Il piano Balduzzi resta nel cassetto. Slitta il Consiglio, doveva decidere su procreazione e agenda digitale. Mancherebbero risorse per alcune misure, tra cui la revisione della medicina territoriale
PIÙ TASSE sulle bibite dolcificate, stretta sui giochi e sulle sigarette, tracciabilità dei pagamenti per i medici che utilizzano le strutture ambulatoriali degli ospedali, medici di base in servizio 24 ore su 24: tutto rinviato a mercoledì prossimo. Così come slitta la decisione sull’opportunità di presentare ricorso contro la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo sulla fecondazione assistita. E anche il decreto sull’Agenda digitale dovrà attendere.
MARIO Monti, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i ministri Balduzzi (Salute), Grilli (Economia), Passera (Sviluppo) e il sottosegretario alla presidenza Catricalà, ha deciso di spostare l’esame del decreto Sanità a mercoledì prossimo. E così il Consiglio dei ministri convocato per oggi è stato annullato. Quanto al ricorso, preannunciato dallo stesso ministro Balduzzi, è probabile che il governo ritenga opportuno acquisire un parere del Parlamento prima di decidere. La mini rivoluzione della Sanità si era ingarbugliata già durante il pre-consiglio di mercoledì scorso. Da allora si è susseguita una serie di incontri tecnici per sbloccare la situazione, ma all’interno del governo non è stata ancora trovata una soluzione. C’è da sciogliere il nodo delle coperture, visto che alcune misure, come il piano per la non autosufficienza o la revisione dei Lea, chiedono risorse. Grilli teme anche che la stretta su giochi e tabacchi (che nel 2011 hanno prodotto 28 miliardi di entrate) crei problemi di mancato gettito, mentre Passera è preoccupato per le ricadute della maggiore tassazione di super alcolici e bibite (dovrebbe essere di 7,16 centesimi per litro) su un settore già in crisi. Durante un convegno di Confindustria Venezia i vertici di Coca Cola, Pepsi e Mineracqua hanno garantito che secondo una ricerca dell’istituto Ref i danni occupazionali riguarderebbero 5 mila lavoratori, i consumi si contrarrebbero di 305 milioni di euro l’anno e lo Stato incasserebbe 95 milioni di euro in meno.
D’ALTRA PARTE il provvedimento predisposto da Balduzzi ha trovato un nutrito fuoco di sbarramento anche all’esterno dell’esecutivo. Il Pdl ha minacciato di votare contro opponendosi fieramente all’aumento delle tasse sulle bollicine. Misura che non piace nemmeno al Pd e ai finiani. Sul piede di guerra i governatori, che temono ulteriori costi a loro carico. In un documento la commissione salute della Conferenza delle Regioni ha tra l’altro chiesto di tagliare il programma nazionale sulla non autosufficienza per mancanza di risorse, sovrapposizione delle competenze e violazione del titolo V della Costituzione.
Resto del Carlino – 31 agosto 2012