Piano socio sanitario, svolta politica. Votato in V commissione all’unanimità un comma che ricrea il direttore generale della sanità e del sociale: dovrà essere eletto dall’aula
Il voto è passato forse inosservato, ma ha un peso notevole nell´intricato rapporto di poteri tra i due “Palazzi” della Regione Veneto: il Balbi, sede della Giunta, e il Ferro Fini, sede del Consiglio veneto. Tra le novità del nuovo Statuto regionale, che il 17 aprile entrerà definitivamente in vigore, c’ l’eliminazione dei “segretari generali” della Regione, cioè quei super-dirigenti a cui fanno capo i diversi settori amministrativi che venivano votati, finora, dal Consiglio regionale. La nomina quindi dei dirigenti massimi spetterebbe direttamente solo alla Giunta veneta.
Ma qualcosa è successo la scorsa settimana, giovedì, quando la commissione “Sanità” guidata da Leonardo Padrin (Pdl) è riuscita a superare l´ostacolo della riduzione del numero di Ulss, stabilendo nero su bianco che il bacino ideale è di 2-300 mila abitanti e mettendo poi l´argomento da parte, e a votare i primi articoli del nuovo Piano sociosanitario del Veneto. Il testo approvato dalla commissione all´unanimità che va per l´esame finale dell´aula stabilisce che «viene individuata la figura del direttore generale della sanità e del sociale, nominato dal Consiglio regionale, su proposta del presidente della Giunta regionale. Al direttore generale alla sanità e al sociale compete la realizzazione degli obiettivi socio-sanitari di programmazione, indirizzo e controllo, individuati dagli organi regionali, nonché il coordinamento delle strutture e dei soggetti che a vario titolo afferiscono al settore socio-sanitario. L´incarico di direttore generale alla sanità e al sociale può essere conferito anche ad esperti e professionisti esterni all´Amministrazione regionale, con contratto di diritto privato a tempo determinato, risolto di diritto non oltre sei mesi successivi alla fine della legislatura».
Morale: il Consiglio regionale si riprende il potere di nomina del super-dirigente della sanità veneta – che come noto è il settore che da solo gestisce la stragrande maggioranza dei fondi della Regione (oggi sono 8,6 miliardi) – senza lasciarlo alla Giunta.
Altro articolo già votato, poi, quello sui direttori generali delle Ulss: il loro mandato scende da cinque a tre anni e non potranno fare più di due mandati consecutivi nella stessa azienda sanitaria.
Il Giornale di Vicenza – 2 aprile 2012