“Con le gare centralizzate effettuate dall’Azienda Zero della Regione Veneto nel 2018 si sono ottenuti risparmi che si attestano attorno all’11 per cento. Una razionalizzazione dei costi che ha permesso di risparmiare in un solo anno 135.608.558 euro rispetto al costo storico, ovvero al costo in essere nelle diverse Aziende, mantenendo, anzi migliorando e omogeneizzando, la qualità dei servizi”. È quanto recita una nota dell’Azienda Zero diffusa ieri. La percentuale media dei risparmi è stata dell’11%. Nel corso del 2018 le gare aggiudicate sono state 23, quelle bandite 22. Tra le principali gare aggiudicate: il servizio assicurativo per la copertura del rischio responsabilità civile verso terzi e verso operatori per tutte le Aziende sanitarie, il servizio ristorazione (per i lotti aggiudicati), il servizio di vigilanza e guardiania, la fornitura di farmaci, angiografi, pacemakers, defibrillatori, valvole cardiache. Per l’anno in corso le gare centralizzate già bandite al 10 aprile scorso sono 26, quelle centralizzate in programmazione sono 93. Tra queste la gara per la gestione e tecnologia integrata degli impianti delle Aziende sanitarie della Regione, il cui valore economico è di 1,5 miliardi di euro. LA POLEMICA. Continua a tenere banco, intanto, il tema della retribuzione dei medici. Dopo la nota del direttore dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, Domenico Mantoan, che ha smentito la Cgil («Non è assolutamente vero che i medici che lavorano in Veneto siano sottopagati rispetto ai colleghi del resto d’Italia, i dati estratti dal Conto annuale 2017 mostrano infatti come le retribuzioni dei camici bianchi veneti siano di gran lunga sopra la media nazionale: 79.547.64 euro contro la media di 75.241,63 euro») è arrivata la contro-smentita del sindacato, che ha mostrato i dati del ministero dell’Economia. La Cisl nazionale, invece, ha chiesto a Mantoan di esplicitare la media rendendo «visibili» gli stipendi dei medici. «Il contratto è nazionale – ha precisato il governatore Luca Zaia – cercheremo di capire perché qualcuno dice che i nostri medici sono pagati di meno. L’idea che mi sono fatto è che chi ha fatto i conti abbia preso l’ammontare degli stipendi di ogni regione e li abbia divisi per le teste dei medici. La verità è che dovremmo sapere in ogni regione qual è lo stipendio del primario, dell’aiuto, del medico appena assunto, allora sì che si riesce a fare un raffronto. Il Veneto comunque è al quarto posto. E se si può dare di più, lo dò ben volentieri a chi lavora nella sanità».
IL GAZZETTINO – Domenica, 14 aprile 2019