La gestione di ogni azienda ospedaliera è affidata ai direttori generale, amministrativo, sanitario e sociale. L’assessore Coletto: «Ho fatto tagli del 20%».
Oltre alle retribuzioni base, è previsto un incentivo annuo: nel triennio 2008-2010 solo nell’Ulss 22 concessi premi per 192mila euro a tre dirigenti
Per legge, la numero 69 del 2009, tutte le pubbliche amministrazioni devono rendere noti sui propri siti Internet i dati relativi ai dirigenti: curricula vitae, recapiti istituzionali e, più interessante, la retribuzione. Si chiama «Operazione Trasparenza». Vale, essendo enti pubblici, anche per le Ulss. Per le tre veronesi, la 20 di Verona che gestisce anche l’ospedale di San Bonifacio, la 21 di Legnago e la 22 di Bussolengo, on line sono disponibili oltre agli stipendi dei medici anche quelli dei manager. Nonostante siano dati «trasparenti», quindi non coperti da privacy, a domanda diretta c’è chi ha cercato di dribblare con risposte all’Azzeccagarbugli, tipo: «Nel 2010 quanto ai direttori amministrativo, sanitario e del sociale è stata applicata la riduzione delle retribuzioni in conformità a specifica deliberazione della Giunta regionale. Quanto agli incentivi è stato corrisposto un acconto pari all’80% di quanto dovuto. Nessun premio relativamente all’anno 2011». Vabbè. Andando direttamente alla fonte, tutto s’è chiarito. «I trattamenti economici dei direttori delle Ulss non sono coperti da alcun segreto», sorride l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, «è quindi sciocco cercare di mistificare la realtà». E la spiega, la realtà: «Fino a scadenza dei contratti fatti dalla precedente giunta Galan che per i direttori generali è il 2012 e per gli amministrativi, sanitari e del sociale era il 2010, sono stati percepiti importi dai 132mila euro ai 154mila cui va aggiunta una quota variabile che può arrivare al 20% dello stipendio in base agli obiettivi raggiunti. Con Zaia, invece», precisa Coletto, «è cambiato tutto: per le tre figure sottoposte al direttore generale, tanto per cominciare, abbiamo tagliato il 20% dello stipendio. Lo faremo, appena possibile, con tutti».
I NUMERI. Coletto non ha dubbi: «Circolano stipendi nella pubblica amministrazione che gridano vendetta….». Parla in generale, non punta il dito contro nessuno ma sostiene di «aver sempre sostenuto, ben prima che arrivasse Monti, che certi costi della politica hanno dello scandaloso». Conviene con il premier «che sia urgentissimo ficcare il naso in quegli enti dove ci sono manager super pagati» riportando «i loro trattamenti economici entro termini ragionevoli». Nessuno escluso, comparto della sanità compreso. Perchè la sanità costa tantissimo e la sua gestione genera grandi deficit. Quella veneta, tanto per ricordarlo, ha 70 milioni di passivo a Verona, 103milioni a Mestre-Venezia, 46 a Padova. «Però il bilancio 2010 è tornato in attivo di 12 milioni, ed è la prima volta», ribatte soddisfatto Coletto. «Il grosso del debito rimane», denunciano invece i sindacati, «i conti parlano di un rosso di 431 milioni, l’attivo in contabilità sarebbe il risultato di finanziamenti pubblici, soprattutto della giunta regionale, che ha tagliato altrove».
AMMINISTRATORI NEL MIRINO. Tornando alle Ulss veronesi e agli stipendi percepiti da chi le gestisce, l’assessore Coletto ricorda che «la giunta veneta nell’ultima seduta 2011 ha aggiornato e integrato gli obiettivi che i direttori devono raggiungere per il 2012 nell’ottica di ottimizzare la spesa. Si interverrà su voci che non incidono direttamente sulle prestazioni erogate alla gente», rassicura, «ma che riguardano gli ingranaggi della macchina che sta a monte. Di sicuro, se sacrifici bisogna fare come chiede il Premier, come assessore alla sanità del Veneto io metto al centro il cittadino sia come paziente che necessita di adeguata assistenza che come contribuente che ha diritto a vedere spesi al meglio i soldi pubblici: quindi, se c’è da farli questi sacrifici, andrò a pretenderli soprattutto là dove c’è grasso che cola non certo dalla povera gente». Coletto è rassicurante, toglie ai ricchi per dare ai poveri. «Certo, sarà così», insiste, «e ho già cominciato a farlo: via il 20% di stipendi ai manager delle Ulss. E poi vedremo cos’altro fare».
I TAGLI. Prima, quindi, i tagli alla politica e all’apparato burocratico statale, poi il «sangue» della gente. Questa è la linea della squadra di Zaia impegnata a decurtare i «borsini» ai manager della sanità. «A partire dal livello nazionale in giù, fino a quello locale», spiega Coletto, «certi stipendi, inutile negarlo, sono follia e lì bisogna intervenire in modo drastico, non ci sono alibi. Per mantenere la qualità della mia sanità, io sono arrivato a raschiare il fondo del barile: sono costretto a razionalizzare sulle medicine per gli anziani e, siccome non lo ritengo giusto, prima vado a togliere il grasso che cola da altre parti. L’ho fatto, ripeto, togliendo il 20% di stipendio ai direttori». Insiste: «I costi della macchina burocratica tendono ad auto-alimentarsi e a non finire mai quindi, se d’imperio non si mette un punto e non si fa il reset di certi privilegi, non cambierà mai nulla: bisogna invece “sgranarla” questa macchina e tutti quelli che stanno ai comandi per farla funzionare sono chiamati a dare il proprio contributo per evitare che finisca nel fosso. Se uno prende ogni mese 15mila euro di stipendio, non gli cambia molto se diventano 10mila, o no? Fa meno fatica lui ad accettare il taglio rispetto a un impiegato che sopravvive con 1.300 euro, o no?».
IL FUTURO. Nelle tabelle a fianco, grazie ad «Operazione Trasparenza», sono riportati i trattamenti economici lordi annui dei manager delle Ulss di Verona, Legnago e Bussolengo con tanto di «premi» integrativi per gli obiettivi raggiunti negli anni 2009-2010: 154.510 euro ai direttori generali, 132.818 a quelli amministrativi-sanitari-sociali cui è stata riconosciuta un’integrazione del 20%. C’è chi commenta che di «obiettivi raggiunti» nella sanità veronese non ne vede tanti e critica quindi i meccanismi della politica che riesce sempre a trovare il modo di premiare i suoi uomini. «Io prometto solo che queste cifre una volta scaduti i contratti firmati da Galan», conclude Coletto, «scenderanno in modo sensibile; noi intanto, per sei mesi, abbiamo bloccato le assunzioni amministrative: un piccolo gesto nell’ottica del risparmio che si ottiene semplificando le strutture, non complicandole. Ma non ci fermeremo qui». Come dire: di colletti bianchi ce ne sono abbastanza.
L’Arena – 12 gennaio 2012