E’ possibile tornare tre volte sullo stesso argomento senza essere scalfiti dal dubbio di fronte alle ragioni degli altri? E’ il caso del quotidiano l’Arena che dai dati delle assenze nelle tre Asl veronesi ha iniziato una saga a puntate con la riproposizione sempre uguale delle proprie tesi.
A nulla sono valse le spiegazioni e l’aiuto tecnico per interpretare i dati dei direttori generali (di fatto controparte dei dipendenti!) e di alcune sigle sindacali. Il giornale ha continuato a considerare assenze per ferie, maternità e malattia come sintomo di fannullaggine dei dipendenti della sanità. Punto e basta. Che dire? A questo punto nulla! Fvm Veneto ha già fatto le proprie valutazioni in proposito. Con l’augurio a chiunque, compreso chi scrive articoli sui giornali, di fare sempre al meglio il proprio lavoro.
di seguito l’articolo uscito sull’Arena di oggi
Sanità e assenteismo, i sindacati: «Quei dati vanno interpretati»
«Quando si dice «dietrologia» s’intende anche quella di chi ipotizza chissà quali scenari dietro a dichiarazioni che non hanno alcun fine se non fotografare una situazione per ciò che è. L’inchiesta su «assentesimo selvaggio» nelle tre Ulss veronesi ha fatto venire il mal di pancia ai sindacati che pretendono scuse per quanto scritto sul giornale. Puntano il dito, ad esempio, contro «sospetti tempismi» tra la pubblicazione del servizio e le elezioni in corso per il rinnovo delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie): «Perchè si esce con un articolo durante lo svolgimento del voto», si chiede infatti Franco Antolini segretario generale della Cisl-Funzione pubblica, «quando proprio domenica sullo stesso giornale si promuovevano le elezioni come un’occasione per il riscatto del lavoro pubblico e si indicava la soluzione nella qualità dei servizi e nella rinnovata alleanza con i cittadini?». Direbbe qualcuno: ma che c’azzecca? E lo direbbe anche in risposta al resto dell’intervento di Antolini che arriva a chiedere addirittura «cosa nasconde questa strategia? Forse la preparazione del terreno per interventi e tagli drastici nella sanità veronese?». Di più: «C’è ancora qualcuno che si diverte a fratturare il rapporto con i cittadini», commenta il sindacalista, «screditando il lavoro pubblico con notizie strumentali che portano al risultato di creare nell’opinione comune la convinzione che i dipendenti pubblici siano dei perditempo e un costo da tagliare». Si diceva dietrologia, appunto. La realtà è semplice: su L’Arena di martedì sono stati pubblicati dati che fotografano una situazione di fatto cioè le percentuali mensili di assenza dei dipendenti di Ulss 20, 21 e 22 calcolando, come recita la legge Brunetta, «in modo indifferenziato tutti i giorni di mancata presenza del personale verificatasi a qualsiasi titolo: malattia, ferie, permessi, aspettativa, congedo obbligatorio ecc». Ne è uscito un quadro complessivo, relativamente ai primi 4 mesi del 2011, con percentuali di assenti che vanno dal 20% al 50%. Nel privato, tanto per avere un termine di confronto, lo stesso calcolo ha portato al risultato medio del 7,8%. I direttori generali delle aziende sanitarie hanno replicato «che sì, i numeri sono quelli, ma bisogna estrapolare dal dato generale quello particolare andando ad analizzare nel dettaglio caso per caso». Lo stesso ribattono i sindacati spiegando (al di là delle fantasiose ricostruzioni di cui sopra) che «i dati dell’assenteismo», è sempre Antolini a parlare, «devono riferirsi unicamente alle assenze per malattia e soprattutto a quelle malattie ricorrenti di breve durata. A meno che», dice, «non si voglia attaccare anche il diritto alle ferie, alla legge 104 per assistere malati ed invalidi, alle assenze per infortunio, ai permessi sindacali che sono necessari per garantire buoni accordi con le aziende». E conclude: «Le assenze per malattia nelle Ulss veronesi e nell’azienda integrata universitaria di Verona, si aggirano attorno al 3% sul totale». Anche Maria Pia Mazzasette della segreteria generale della funzione pubblica Cgil replica all’inchiesta «contestandola perchè i dati pubblicati sul giornale», spiega, «sebbene siano stati presi dai siti ufficiali delle Ulss, hanno bisogno di essere letti nel dettaglio e spiegati per essere capiti. Sono numeri complessivi di assenza che può verificarsi per diversi motivi previsti dal contratto e tutelati dalla legge. Chi lavora in sanità», riflette la sindacalista, «in realtà lo fa con un grande senso di responsabilità, sacrificandosi e andando oltre le proprie competenze. Non è giusto continuare ad additare i pubblici dipendenti come dei fanulloni, non va bene e, soprattutto, non è vero che lavorano meno dei colleghi del privato. Quanto poi», conclude Mazzasette, «all’assessore regionale alla sanità Coletto che ha dichiarato che farà delle verifiche sui numeri e sui motivi delle assenze nelle Ulss veronesi, vorrei ricordargli che chi non si presenta al lavoro lo fa nel rispetto degli istituti previsti dal contratto e che dal luglio 2008 c’è l’obbligo della visita fiscale anche per un solo giorno di malattia. Cosa a cui non sono sottoposti, invece, i politici pur essendo a libro paga dello Stato». Quindi, la provocazione finale: «Mi piacerebbe avere di dati di assenza di assessori e consiglieri regionali».
L’Arena – 8 marzo 2012