“Non accetto l’accusa di essere antidemocratico e di zittire le opposizioni perché ho proposto il cosiddetto emendamento ‘canguro’ all’art. 12 del Progetto di legge di riordino della struttura amministrativa della sanità in Veneto , visto che giunge da forze politiche che hanno usato canguri e voti di fiducia per impedire il confronto parlamentare e modificare persino la Costituzione della Repubblica”.
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, replica alle accuse lanciate dalle minoranze sia in aula come nelle dichiarazioni alla stampa per la gestione di quest’ultima fase del dibattito in aula sul Pdl 23 di riordino della sanità. “Non ho zittito nessuno, non ho negato il diritto di parola, ma ho lasciato parlare tutti per tantissime ore: 26 sedute del Consiglio regionale. Dopo tre mesi che siamo in aula a discutere attorno a questo provvedimento, non ho fatto altro che applicare il regolamento per garantire lo svolgimento dei lavori innanzitutto in termini di buon senso – spiega Ciambetti – Quando ho visto che la discussione s’era incagliata, e da tre settimane devo continuamente richiamare i consiglieri ad attenersi agli emendamenti presentati, ho capito che non c’era via d’uscita perché c’è chi, specialmente quanti presentano emendamenti a raffica, non vuole arrivare al voto definitivo e all’approvazione di questa legge. Ho applicato la norma del Regolamento che mi permette di sbloccare i lavori dell’aula al fine di consentire al Consiglio regionale di esprimersi su un provvedimento importante come la riorganizzazione delle Ulss”. Il Presidente del Consiglio poi precisa: “Io sto applicando il Regolamento e in questo ho avuto anche il supporto dei competenti uffici, dunque una valutazione tecnica estranea alla politica: gli uffici mi hanno assicurato che la strada da me individuata rientra tra le mie competenze e possibilità”. “Bisogna superare lo stallo attuale – ha continuato Ciambetti – Ci sono tantissimi altri provvedimenti che aspettano da mesi d’essere votati dal Parlamento dei Veneti e non possiamo rimanere fermi e paralizzati nell’attesa che qualcuno tolga il veto sul voto che l’aula deve invece poter esprimere serenamente”.
Finco (Lega Nord): “Superati i tempi per una discussione civile. Anche i sindacati dei lavoratori ci chiedono di approvare la legge di riforma sanitaria”
“Anche i sindacati dei lavoratori ci chiedono di chiudere la partita della riforma delle ULSS. Abbiamo già accolto alcune richieste arrivate dal Partito Democratico, il tempo dell’ostruzionismo infecondo di Movimento 5 Stelle, PD e tosiani è finito, da adesso in poi ognuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte ai veneti”. Queste le affermazioni del capogruppo Lega Nord in Consiglio veneto Nicola Finco che accoglie positivamente quanto richiesto dai sindacati di CGIL, CISL e UIL intervenuti a margine dell’ennesima giornata di lavori consiliari sulla riforma delle ULSS, provvedimento che da mesi, per volontà delle minoranze di Palazzo Ferro-Fini, tiene inchiodata ai banchi la maggioranza.“I sindacati – afferma Finco – ci chiedono giustamente di chiudere la partita ‘PDL 23’, l’opposizione continua invece con una sterile opposizione che blocca i lavori del Consiglio e non ci permette di lavorare sulle politiche e i servizi che veramente incidono sulla vita quotidiana dei veneti. Come già ribadito più volte, la proposta di legge all’esame dell’aula, non incide direttamente sui servizi ospedalieri offerti alla popolazione, anzi favorisce risparmi per migliorarli grazie al nuovo assetto amministrativo delle ULSS”.“L’accordo con l’opposizione – prosegue Finco – era chiaro: accolte queste proposte, in una settimana si sarebbe dovuti andare al voto, il Partito Democratico non ha invece mantenuto la promessa ed oggi siamo in questa situazione. E’ inaccettabile che il Consiglio regionale sia bloccato a causa di chi si limita all’ostruzionismo tout court. Lo spazio e il tempo per discutere dei servizi ai cittadini ci sarà nel momento in cui andremo a redare il piano triennale socio-sanitario, ben diverso da quello di cui stiamo discutendo oggi”.“Concentriamoci quindi, come ci chiedono con forza i sindacati – conclude Finco – su come vogliamo continuare a mantenere l’eccellenza e la qualità del nostro sistema socio sanitario nonostante gli ennesimi tagli del Governo Renzi. L’approvazione della riforma ci permetterà di investire quanto risparmiato nelle strutture, potendo così dare anche una risposta concreta e fattiva a chi opera nel comparto sanitario”.
21 settembre 2016