Mancava l’uscita di un’ultima pedina pesante per azzerare la sanità del passato e fare definitivamente spazio a quella a trazione Cinquestelle. Da ieri quella pedina non c’è più, per sua scelta. Walter Ricciardi, l’uomo che nelle istituzioni si è speso più di ogni altro a favore della vaccinazione, prendendo in ogni occasione utile posizione polemica contro i no vax, ha deciso di lasciare l’Istituto superiore di sanità. Il suo incarico alla guida del più importante organo tecnico nel campo della salute era iniziato da quattro anni e mezzo e scadeva tra sei mesi. Il professore torna dal primo gennaio prossimo a fare l’ordinario di Igiene alla Cattolica di Roma.
Il comunicato con l’addio di Ricciardi è stato accolto piuttosto freddamente dalla ministra Giulia Grillo, che ha annunciato l’immediata nomina di un commissario. I due si erano parlati nei giorni scorsi, concordando di non dare l’idea di uno strappo per non alimentare polemiche. La lettera di dimissioni di Ricciardi era arrivata ai primi di novembre al ministero ma Grillo aveva chiesto al professore ( con il quale, da medico, aveva pure studiato ad un master) di aspettare.
C’erano prima le celebrazioni, la settimana scorsa, dei quarant’ anni del servizio sanitario con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ricciardi ha atteso e ieri ha tenuto i toni bassi. Grillo, che deve sempre fare attenzione a non scontentare una base che parte in quarta contro i “nemici”, soprattutto quelli dei no vax come lui, lo ha congedato senza un grazie. Comunque gli ha risparmiato le critiche che di solito riserva a chi ha avuto ruoli nella sanità del passato.
Ricciardi se ne va come se ne era andato Stefano Vella, presidente dell’Agenzia del farmaco ( Aifa). Il direttore generale dell’Agenzia Mario Melazzini, invece, non era stato confermato, mentre più di recente la stessa ministra ha licenziato il Consiglio superiore di sanità. Il comune denominatore di tutti questi casi è che tecnici ed esperti praticamente non sono mai stati nemmeno convocati al ministero prima di andare via. «Io la ministra l’ho vista due volte » , conferma Ricciardi. Del resto fin dal suo arrivo Grillo ha dimostrato di non fidarsi di chi c’era prima, compresi certi dirigenti del ministero, e di tenere in mano tutto il potere con alcune persone fidate.
È cambiato il clima, per questo me ne vado — spiega Ricciardi — Ma con la ministra ho sempre avuto un ottimo rapporto. Piuttosto non mi sono piaciute le prese di posizione di altri esponenti del governo su vaccini, salute dei migranti e smaltimento dei rifiuti». L’addio di Ricciardi è stato salutato da un numero impressionante di attestati di stima da parte di Ordine dei medici, associazioni di professionisti, di pazienti, politici ( salvo ovviamente i Cinquestelle), prima tra tutti l’ex ministra Beatrice Lorenzin. Pochi i critici, che hanno messo in relazione le dimissioni con una recente trasmissione delle Iene dedicata ai conflitti di interesse del professore. « Non c’entra niente. Ho chiesto di andar via molto prima della messa in onda. E comunque, è vero che in passato per motivi di ricerca e accademici ho collaborato con aziende. Ma negli anni all’Istituto il mio unico interesse è stato di promuovere l’istituzione. Senza conflitti: ho sempre dichiarato le mie attività tenendo conto di regolamenti e norme».
Forse tra i motivi per i quali Grillo è cauta nei confronti di Ricciardi c’è la consapevolezza che il professore resta comunque un elemento importante del servizio sanitario, per i suoi tanti incarichi, per le sue relazioni e per la stima che molti hanno di lui. « Vado avanti. E a gennaio e febbraio escono due miei libri — dice Ricciardi — Uno sulla missione impossibile della riorganizzazione dell’Istituto, l’altro sulla insostenibilità del servizio sanitario così com’è strutturato». (Repubblica)