Non sono coperti i 61 milioni per materne e disabili. Sono rogne per il bilancio regionale, fermo nelle pieghe delle commissioni sugli scogli di Sanità, Sociale, Agricoltura e Cultura, per le obiezioni dell’opposizione ma anche per le tante scintille che volano tra forze di maggioranza. Al punto che i capigruppo hanno deciso di spostarne il passaggio in consiglio dalla settimana prossima a 5, 6, 7 e 8 marzo, prolungando così l’esercizio provvisorio. Ovvero la misura d’emergenza che si adotta qualora il bilancio non venga approvato entro il termine del 31 dicembre e che consente l’assegnazione delle risorse mese per mese ma non una programmazione a lungo termine. L’ultima grana è scoppiata ieri in V commissione, che ha detto ancora no, stavolta per ulterori 61 milioni di euro destinati al Sociale ma da togliere alla Sanità.
Un’ennesima zavorra, che si aggiunge ai 119 milioni già di default sulle spalle del settore guidato da Luca Coletto, che «extra Lea» (Livelli essenziali di assistenza) deve sborsare 49 milioni per finanziare l’Arpav, 15 di indennizzi agli emotrasfusi, 5 finalizzati alla copertura degli oneri delle gestioni liquidatorie delle cessate aziende sanitarie e 50 per i cosiddetti «extra Lea» sanitari. Ovvero le prestazioni non inserite nel tariffario nazionale come a carico del Servizio sanitario pubblico, ma passate ugualmente dal Veneto solo ai propri residenti. Nel resto d’Italia il paziente se le paga, per intenderci. In una lettera inviata al presidente della V commissione, Leo Padrin, e al direttore generale della Sanità, Domenico Mantoan, il dirigente Mauro Bonin indica l’impossibilità di sostenere anche i 61 milioni citati. Motivo? Il taglio imposto dal governo al Fondo sanitario nazionale (rispetto al 2013 al Veneto sono andati 50 milioni in meno), i 119 di «extra Lea» e i maggiori costi per ulteriori 70 milioni in carico alle Usl. Scrive Bonin: «In tale contesto, si evidenzia che la giunta regionale ha ritenuto opportuno, in occasione del bilancio di previsione 2014, garantire la copertura di una serie di interventi riconducibili all’ambito sociale, per complessivi 61 milioni di euro, mediante disponibilità finanziarie in capo alla Sanità. Tale operazione potrebbe trovare una qualche fattibilità nella misura in cui venissero assegnate alla Sanità ulteriori (sottolineato) risorse finanziarie, per un importo tale da garantire tali costi. Ma nel bilancio previsionale regionale non si riscontra alcuna copertura a riguardo». Un dubbio serpeggia tra i consiglieri: dove sono finiti i 61 milioni che dovevano andare a nidi, scuole materne e al fondo indistinto per il Sociale da affidare ai Comuni? Semplice: 50 a Veneto strade e gli altri 11 a investimenti vari.
«La verità è che la Regione si è inguaiata con il miliardo e 400 milioni di prestito chiesto allo Stato per pagare i fornitori delle Usl, dando come garanzia le risorse del Sociale, e ora non sa come restituirli — attacca Claudio Sinigaglia (Pd) —. Il risultato è che il fondo per la non autosufficienza è sceso da 721 a 707 milioni, perciò la quota sanitaria assegnata a ogni non autosufficiente ricoverato in casa di riposo scende da 49,56 a 48 euro per i meno gravi e da 56 a 55 per gli altri. Cià significa che aumenterà la retta mensile a carico delle famiglie, già attestata su 1600/1700 euro. E adesso vogliono far andare in sofferenza anche la sanità. E’ ripugnante». «I 50 milioni di rata 2014 per la restituzione di 1,4 miliardi ha già trovato corretta copertura in tema di finanza pubblica — replica Roberto Ciambetti, l’assessore al Bilancio ieri praticamente crocefisso in commissione —. E anche il resto avrà copertura». Ma, come scrive Bonin, la sanità non può sopportare altri carichi, altrimenti rischia di non poter erogare i 25 milioni annui ai medici di base per l’attivazione degli ambulatori h24, perno della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Piano sociosanitario. L’unica soluzione è mettere insieme quei 61 milioni pescando da varie voci di bilancio, come propone Padrin. E infatti per giovedì prossimo Ciambetti ha convocato i colleghi assessori per vedere come fare. Intanto la commissione l’ha convinto pure a inserire a bilancio una voce riservata al nuovo ospedale di Padova, al quale sempre il 14 febbraio sarà dedicata una seduta straordinaria della commissione Sanità.
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 8 febbraio 2014