LA stampa. I soldi si troveranno, ma non oggi. Difficile che l’incontro al ministero dell’Economia sia risolutivo. Il ministro Giancarlo Giorgetti ascolterà il collega della Salute, Orazio Schillaci, e registrerà la sua richiesta di aumentare i fondi per il servizio sanitario nazionale nella prossima legge di bilancio. Almeno 3, meglio se 4 miliardi, per compensare in parte il buco da 15 miliardi nei conti dovuto all’inflazione. Come raccontato ieri da La Stampa, pesano l’aumento dei costi e il rinnovo del contratto dei medici 2019-2021, con un calo dell’11,5% della reale capacità di spesa. L’obiettivo di recuperare risorse è condiviso, ma lo strumento per raggiungerlo è tutto da definire.
La proposta di una tassa sul gioco d’azzardo, mirata a finanziare la sanità, viene accolta con scetticismo negli uffici del Mef, perché «non è tecnicamente realizzabile nel breve periodo». L’ipotesi è stata messa ufficialmente sul tavolo da Fratelli d’Italia, con un ordine del giorno alla delega fiscale approvato in commissione Finanze al Senato, che impegna il governo «a prevedere un incremento delle risorse destinate al finanziamento del Ssn, mediante un adeguato riordino della disciplina delle entrate complessive dall’attività di raccolta del gioco che, in particolare, consegua un aumento dei canoni di concessione, specie dei giochi online, in funzione dei volumi di raccolta delle giocate e delle scommesse». In sostanza, le maggiori entrate che lo Stato incasserà in futuro, grazie al rinnovo delle concessioni per giochi e scommesse sul web, dovrebbero confluire nel fondo sanitario.
Ma fonti del ministero dell’Economia spiegano che non è così semplice: «Prima di tutto la legge non consente destinazioni specifiche di questo tipo, bisognerebbe creare un fondo ad hoc e poi stabilire che quei soldi vanno alla sanità – è il ragionamento –. Tra l’altro, le gare per le concessioni si potranno fare forse a fine 2024, quindi gli ulteriori introiti potrebbero essere disponibili per il 2025, non prima». Insomma, pur accogliendo la proposta di finanziare la sanità con il gioco d’azzardo, non è da lì che possono arrivare i 4 miliardi che Schillaci pretende subito. Quindi? «Le risorse verranno reperite in un altro modo, ma ora è impossibile dire come – aggiungono le stesse fonti – dobbiamo aspettare la Nadef e l’assetto definitivo dei conti».
Dall’opposizione, ovviamente, incalzano il governo, perché è «necessario garantire un incremento progressivo e certo di risorse per colmare il gap che ci divide dai Paesi maggiormente avanzati», dice Marina Sereni, responsabile Sanità nella segreteria del Pd. «Non possiamo che sostenere il tentativo del ministro Schillaci di ottenere risorse aggiuntive – spiega –, il governo dovrebbe invertire la rotta sul fisco e non rinunciare colpevolmente a recuperare i fondi dall’evasione». Sulla stessa linea la vicepresidente del Senato del Movimento 5 stelle, Mariolina Castellone, convinta che «l’emergenza numero 1 del Paese è la sanità e questo governo non è in grado di affrontarla». E i parlamentari M5s delle commissioni Affari Sociali avvertono Schillaci che, comunque, 4 miliardi non bastano, «è una toppa troppo piccola per riuscire a tappare un buco di quelle dimensioni, che rischia di inghiottire la sanità pubblica – dicono –. Bisogna raggiungere l’8% in rapporto al Pil». Mentre per Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, «in questa situazione, in cui si rischia la bancarotta e di mandare a picco le regioni, Rarlare di autonomia è completamente privo di senso – attacca –: è necessario che il governo metta tutte le risorse a disposizione ed eviti di umiliare il ministro tecnico». —