Risorse per 113 miliardi, di cui più di 2 vincolati a precise esigenze, dai farmaci alle stabilizzazioni dei precari fino ai nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza). Stretta per i piani di rientro dal deficit degli ospedali. Nuova governance farmaceutica con nuovi tetti di spesa. Governatori che potranno essere di nuovo commissari di se stessi per il rientro dal deficit nelle loro Regioni. Tentativo di accelerare la messa in opera del Fascicolo sanitario elettronico (Fse). Leggero incremento del premio alle Regioni che attuano programmi di miglioramento e riqualificazione del servizio sanitario. Il Servizio sanitario nazionale nel 2017 riparte dalla scommessa di un presunto aumento delle dotazioni finanziarie e da misure per alcuni, ma non certo tutti, i settori del servizio che hanno bisogno non semplicemente di manutenzione. La scommessa del finanziamento del Ssn è sicuramente quella che forse era la più attesa, soprattutto perché è da lì che potevano decollare gli altri interventi specifici.
Il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard viene fissato in 113 mld di euro per il 2017 (+ 2 sul 2016), in 114 mld per il 2018 e per il 2019 in 115 mld. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano assicurano gli effetti finanziari risultanti dalla rideterminazione del livello di finanziamento mediante la sottoscrizione di singoli Accordi con lo Stato entro il 31 gennaio 2017. Ma 500 milioni saranno vincolati ai nuovi farmaci oncologici, altrettanti a quelli innovativi, 100 milioni per i vaccini, 800 milioni per i futuri nuovi Lea. Infine, sempre nell’ambito del finanziamento del Ssn, sono finalizzati 75 milioni nel 2017 e 150 milioni dal 2018, per assunzione e stabilizzazione del personale Ssn. Le somme sono ripartite tra le regioni entro il 31 gennaio 2017. E ancora una quota, si calcola intorno ai 500 milioni, da riservare al rinnovo del contratto del personale dipendente e dei medici convenzionati col Ssn.
Non legata al finanziamento, ma in qualche modo ad esso dipendente in quanto parte dei piani di rientro, è la norma che consente nuovamente nelle regioni commissariate per l’extradeficit sanitario di affidare nuovamente al governatore il ruolo di commissario per la sanità nella propria Regione. Cosa che avverrà subito in Campania e Calabria. Sarà una verifica semestrale degli adempimenti da parte del Comitato Lea e del tavolo tecnico di verifica degli adempimenti a certificare l’andamento della gestione: in caso di risposta negativa il Consiglio dei ministri potrà nominare uno o più commissari ad acta.
Ecco poi i capitoli ospedali, Fse e premi alle Regioni. Quanto agli ospedali in rosso, scendono rispettivamente al 7% dello scostamento e a 7 milioni di euro in valore assoluto, i valori entro i quali gli ospedali con i conti in deficit saranno sottoposti a piano triennale di rientro dal disavanzo. Gli enti interessati, si calcola, aumenteranno almeno del 20%.
Per quanto riguarda invece il Fascicolo sanitario elettronico, l’obiettivo è quello di accelerare il potenziamento in termini qualitativi della disponibilità delle informazioni ai fini dell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Un esempio, il pronto soccorso: rendendo disponibile l’intera storia clinica del paziente in modo tempestivo e completo. A tal fine, l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) diviene responsabile della progettazione dell’infrastruttura nazionale necessaria a garantire l’interoperabilità dei Fse, la cui realizzazione è curata dall’Economia attraverso l’utilizzo dell’infrastruttura del Sistema Tessera sanitaria. Dovranno essere garantiti: l’interoperabilità dei Fse e dei dossier farmaceutici regionali; l’identificazione dell’assistito, attraverso l’allineamento con l’Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana).
Infine i mini fondi premiali alle Regioni, con l’incremento dello 0,5% in via sperimentale, solo per il 2017, dell’anticipazione di somme del Fondo sanitario come quota per l’attuazione degli adempimenti di riduzione della spesa sanitaria. Sempre per il 2017 in via sperimentale viene consentito a ogni Regione di proporre al Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Lea (Comitato Lea), un programma di miglioramento e riqualificazione di determinate aree del servizio sanitario regionale. I programmi, di durata annuale, dovranno individuare aree prioritarie d’intervento specifiche di ciascun contesto regionale, definendo i relativi indicatori di valutazione.
Roberto Turno – Il Sole 24 Ore – 16 dicembre 2016