Un anno fa aveva addirittura rischiato l’arresto per concussione: secondo il pm Federico Bressan induceva in maniera insistente le pazienti che seguiva in ospedale a continuare con visite private.
Già allora però il gip Daniela Defazio aveva ritenuto che ci fosse totale consenso da parte delle donne alle pratiche del dottor Rocco Musitano, affermato ginecologo dell’Usl 10 di San Donà di Piave. Ieri poi, di fronte al gup Barbara Lancieri, è pure caduta l’accusa di peculato, cioè di aver usato per fini personali le strutture dell’azienda. Così Musitano, liberatosi dei due reati più pesanti, ha potuto patteggiare una pena ridotta, soli 8 mesi, per truffa pluriaggravata e abuso d’ufficio.
La vicenda era scoppiata un anno fa, quando una paziente aveva denunciato il medico. La donna si era indispettita perché era stata convocata dal ginecologo all’ospedale di San Donà senza una regolare prenotazione e da lì, attraverso la testimonianza di ben 26 pazienti, era emerso il modus operandi poco corretto di Musitano. Il medico infatti diceva alle pazienti di andare da lui in ospedale senza passare dal Cup e da alcune avrebbe anche ricevuto delle somme in denaro. Lui si era difeso sostenendo che fosse stata una leggerezza: il pm, dopo aver contestato la concussione, aveva ripiegato sul reato di abuso d’ufficio, visto che aveva violato le norme aziendali e si era arrecato un vantaggio non dovuto. L’accordo sul patteggiamento comprendeva anche l’accusa di truffa, che però i suoi difensori Guido Simonetti e Simone Zancani avevano respinto, affermando appunto che le donne erano consapevoli. Tra l’altro, sostiene la difesa, in quanto gravide erano esenti e dunque per quell’ecografia non avrebbero pagato nulla alle casse dell’Usl.
Alla fine però i difensori hanno preferito chiudere con il patteggiamento, per evitare di fare il processo e portare sul banco dei testimoni decine e decine di pazienti. Il dottor Musitano ha poi potuto godere di un forte sconto della pena per le attenuanti: oltre a essere incensurato, l’uomo si era dimesso dall’incarico.
Corriere del Veneto – 18 ottobre 2013