«Se l’evasione è legittimata non si arresta», commenta Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito democratico ed ex sottosegretaria al Mef, che aggiunge: «La promessa di una pace fiscale definitiva, che segue un’altra pace fiscale definitiva, che segue condoni tombali di ogni genere e tipo. Non meravigliano le parole di Salvini, ministro di un governo che prevede il ricorso a definizioni agevolate fra i principi della delega della sua riforma fiscale».
Durissimo il capogruppo dei senatori del Pd Francesco Boccia: «Per questa destra governare vuol dire inneggiare all’evasione, considerare l’Agenzia delle entrate un nemico. Anzichè premiare e ringraziare gli italiani che pagano le tasse li umiliano, giustificando chi non lo fa e definendo le tasse un pizzo di stato. Del resto – continua – basta guardare la delega fiscale che il governo e la maggioranza stanno votando in Parlamento per capire che si strizza l’occhio a evasori ed elusori. La filosofia fiscale della destra è: fate come volete e se non pagate le tasse fate bene, tanto ci sono gli ingenui che pagano per voi». Per Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi e Sinistra «Salvini, Meloni e Tajani preferiscono fare la guerra ai poveri. Stanno provocando un vero disastro sociale, un’ipoteca sul futuro del Paese. Nell’Italia dei 100 miliardi di evasione ed elusione fiscale – insiste – è incredibile che i ministri del governo della destra facciano a gara a lisciare il pelo ai furbi e agli arricchiti senza scrupoli». Secondo Fratoianni il governo «dovrebbe dichiarare una guerra senza quartiere agli evasori e fare di tutto per recuperare risorse, e invece la guerra la fanno contro coloro che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo, e fanno di tutto perchè chi vorrebbe uno stipendio almeno dignitoso rimanga in povertà, come intendono fare contro il salario minimo. E quando proponiamo un’imposta patrimoniale sui super ricchi – evidenzia – reagiscono, addirittura, con la bava alla bocca».
La riforma fiscale è appena stata approvata alla Camera e l’esecutivo conta di chiudere prima al Senato e poi il terzo passaggio a Montecitorio prima della pausa estiva. La proposta di Salvini però non verrà esaminata nella delega, né nei decreti legislativi collegati. La Lega ha preso la rincorsa in vista della discussione sulla manovra che comincerà a ottobre, con la nuova pace fiscale che pretende di essere uno dei piatti principali del menu della prossima legge di bilancio
La Stampa