“Le aziende sanitarie coinvolte nel contenimento dell’aviaria, ovvero Rovigo, Venezia, Verona e Padova, oltre ai casi del vicino mantovano appaiono in difficoltà”. Sono le affermazioni della Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Patrizia Bartelle che interviene con una nota sulla questione.
“I veterinari sono pochissimi – prosegue l’esponente pentastellata – e spesso hanno un’età media molto alta, fattore che rappresenta una criticità se considerato che in periodi come questo il lavoro si moltiplica, sommandosi infatti i vari controlli di prassi, necessari, alla consueta attività professionale. Inoltre, la categoria lamenta un’ulteriore carenza: a capo del dipartimento che ne verifica l’operato non c’è un veterinario e la cosa appare sorprendente. Servono pertanto investimenti adeguati, come peraltro richiesto ad alta voce dal Sivemp, il Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica”.
“Dopo la Blue tongue – aggiunge Bartelle – l’attuale epidemia di influenza aviaria mette tutti di fronte alla situazione del personale, che sconta organici sottodimensionati: in ballo non ci sono soltanto le sorti del comparto agroalimentare veneto, eccellenza messa seriamente a rischio, ma anche e soprattutto la salute pubblica di centinaia di migliaia di cittadini. È fondamentale un’azione tempestiva ed efficace in grado di contrastare il contagio e la diffusione di un’infezione in atto già dallo scorso novembre: la strategia che occorre mettere in campo al più presto, oltre che complessa, si annuncia capillare e necessita di una macchina organizzativa più efficiente oltre che di numeri adeguati”.
“I veterinari ormai sono allo stremo, il personale che va in pensione non viene più sostitutivo o integrato e le forze si assottigliano di settimana in settimana. Così, mentre la Regione latita in materia di programmazione organizzativa e sanitaria – conclude Bartelle – il virus continua a diffondersi e con l’arrivo della stagione calda Blue tongue e West nile potrebbero tornare a colpire”.
1 marzo 2017