Lo stato di salute è ancora buono. Ma peggiorano gli stili di vita, dal sovrappeso alla sedentarietà. E sprechi e cattiva gestione sono sempre lì, inossidabili, o quasi. Risultato: l’Italia delle cure è più che mai spaccata in due.
È il paradosso della sanità italiana ai tempi della grande crisi e di un federalismo zoppo e malsano. Al punto che in questi anni il gap Nord-Sud tra le Regioni “canaglia” e quelle “virtuose”, si è addirittura pericolosamente accentuato: quasi quattro anni di aspettativa di vita separano le Regioni con i conti in regola da quelle in superdeficit. Come se negli ultimi dieci anni «tornati al secondo dopoguerra». La Campania (77 anni) in coda, Bolzano in testa (81 anni).
È un quadro a dir poco preoccupante quello che emerge dal rapporto Osservasalute 2012 presentato questa mattina dalla Cattolica di Roma. Un quadro in netta regressione sul piano della salute: gli stili di vita delle generazioni più giovani peggiorano vistosamente e tutti i principali comportamenti a rischio, responsabili di quasi l’80% delle patologie di cui si ammalano gli italiani, sono negli ultimi anni in aumento e fanno correre il rischio di una «inversione di tendenza che potrebbe portarci per la prima volta nella storia del Paese ad avere un’aspettativa di vita che non aumenta o che, addirittura, decresce». Ma, soprattutto, le prospettive sono negative per il Ssn, anzi per i 21 Ssr regionali e provinciali autonomi «che sono anch’essi vittime dello stallo politico generale e della crisi finanziaria, che ormai fa dell’Italia un Paese in rapido, speriamo non irreversibile declino».
Il messaggio al Governo e alla neo ministra Lorenzin
Arriva in stretta coincidenza col voto di fiducia che oggi attende il nuovo Governo e la neo ministra Lorenzin il rapporto-messaggio della Cattolica. Quasi un menu delle cose da fare. E da raddrizzare con urgenza. Il rapporto Osservasalute, giunto alla sua decima edizione e presentato questa mattina al Policlinico Gemelli di Roma, è il risultato del lavoro di un pool di 184 esperti del settore. Novità assoluta all’analisi delle performance delle Regioni sulla base di alcuni parametri di efficienza (offerta di servizi con la spesa minima possibile), efficacia (esito delle prestazioni erogate), appropriatezza, che valuta gli atti medici in relazione ai costi, alle risorse disponibili e ai risultati auspicabili, qualità per il cittadino (cioè accessibilità e soddisfazione, che il sistema sanitario assicura alla popolazione).
E ancora una volta dalla valutazione emerge il divario tra Nord e Sud, anche se con alcune eccezioni. A esempio le spinte verso l’efficienza della spesa spesso hanno conseguenze poco desiderabili sugli out come (risultati), sia in termini di esiti di salute che di appropriatezza, accessibilità e soddisfazione da parte dei cittadini
IlSole24Ore – 30 aprile 2013