I direttori erano pagati meno dei primari. Ricorsi anche da parte di Monterosso e Cerasi, ex direttori generale e amministrativi dell’Usl 19 di Adria. I direttori «minori» delle Usl non possono guadagnare meno di un primario. E devono guadagnare l’80 per cento dello stipendio del direttore generale. Sulla base di questi due principi, sui conti disastrati della sanità regionale — comprese l’Usl 12 di Venezia e l’Usl 10 di San Donà di Piave—si abbatte una nuova stangata da un milione di euro. Cinque recenti sentenze del tribunale del lavoro di Venezia hanno dato ragione ad altrettanti manager della sanità regionale, concedendo un notevole conguaglio ai loro già «dorati» stipendi. La questione è semplice.
Vari direttori sanitari, amministrativi e dei servizi sociali, che insieme al direttore generale compongono la direzione strategica delle aziende sanitarie, si sono rivolti al giudice per vedersi riconoscere le cifre mancanti sulla base dei due principi suddetti. E il tribunale lagunare ha dato loro ragione. Chi sorride di più è Alberto Monterosso, mestrino, direttore dei servizi sociali dell’Usl 12 dal 1995 al 2000, anno in cui era stato nominato alla guida dell’Usl 19 di Adria, incarico tenuto fino al 2007.
Monterosso ha chiesto al giudice il «bonus» per tutti e 12 gli anni: a Venezia aveva infatti uno stipendio inferiore a quello dei primari e il giudice gli ha riconosciuto 216 mila euro, mentre per gli anni da direttore generale ad Adria il meccanismo è stato ancor più «mefistofelico». Visto che nei mesi scorsi due suoi ex direttori avevano ricevuto una sentenza favorevole dai tribunali del lavoro di Rovigo e Vicenza, sempre per la questione del rapporto con lo stipendio dei primari, secondo il suo avvocato Gaetano Giordano quell’aumento violava la norma sull’80 per cento (che era il 70 per cento fino a una legge del 2001): su il loro, su il mio, è stato il ragionamento. E per riequilibrare la situazione, il giudice del lavoro Paola Ferretti ha riconosciuto al manager addirittura 368 mila euro. A pagare solo in quest’ultimo caso sarà la Regione, perché i contratti da direttore generale sono firmati direttamente con Palazzo Balbi. Accanto a Monterosso aveva chiesto i soldi anche Ugo Coli, ex direttore sanitario dell’Usl 12, che per il periodo tra il 1997 e il 1999 ha ottenuto un rimborso di 156 mila euro.
Il dottor Claudio Cerasi, che dal 2000 al 2008 è stato direttore amministrativo ad Adria, ha ottenuto invece 205 mila euro, mentre il suo collega Antonio Fallica, che ha gestito per un paio di anni (dal 2006 al 2008) la «cassa» dell’Usl 10 di San Donà, avrà «solo » 48 mila euro. Nella sentenza che riguarda i casi di Monterosso e Coli contro l’Usl 12, il giudice scrive che di fatto l’azienda sanitaria è rimasta impotente di fronte al ricorso, scaricando tutto sulla Regione Veneto. «La Usl resistente sostanzialmente non contesta il fondamento della domanda avversaria, limitandosi a riferire di non aver potuto procedere ad alcun adeguamento del trattamento economico dei ricorrenti», è scritto. Il 18 febbraio 2009 era infatti arrivata una nota dall’allora segretario regionale alla Sanità Giancarlo Ruscitti «che le impose di non assumere alcuna disposizione in materia di trattamento economico, in quando materia di competenza della Regione stessa».
Corriere del Veneto – 29 novembre 2011