Cancellare le principali novità della riforma Fornero sui contratti, ripristinando in pieno la legge Biagi. Ampliare il campo di applicazione dell’articolo 8 della legge 148 del 2011 che permette al contratto aziendale di derogare ai contratti nazionali e alle normative anche in materia di licenziamenti.
Questo il filo conduttore del disegno di legge presentato ieri in Senato dal Pdl, primi firmatari l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, il capogruppo Maurizio Gasparri, il vice Gaetano Quagliariello e il capogruppo in commissione Lavoro, Maurizio Castro. Una proposta in rotta di collisione non solo col governo ma ancora di più col centrosinistra che vuole invece modifiche di segno opposto alla stessa riforma Fornero, per non parlare di Idv (Antonio Di Pietro), Sel (Nichi Vendola) e altre formazioni di sinistra che hanno lanciato il referendum per abrogare le modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamenti) contenute nella riforma e lo stesso articolo 8 voluto proprio da Sacconi quando era ministro.
La riforma Fornero, scrivono i proponenti nella relazione che accompagna i 12 articoli, ha di fatto bloccato il mercato del lavoro: «La ritrosia dei datori di lavoro ad adeguarsi alle novità legislative si sta traducendo in rinuncia alla conferma di contratti a termine». Meglio allora «ripristinare la disciplina previgente e in particolare la legge Biagi che, anche in condizioni di crescita contenuta o negativa, ha innalzato la propensione ad assumere in forme regolari e, dall’altro, consolidare l’articolo 8». La maggiore flessibilità, dice il Pdl, è funzionale alla piena utilizzazione degli impianti, condizione per aumentare la competitività del sistema produttivo. «L’alternativa non auspicabile — si ammonisce — è la compressione dei salari».
Queste le principali novità proposte. Sul contratto a termine si amplia la casistica in cui non è richiesta la causale (non solo il primo contratto) e si riducono i tempi di attesa tra un contratto e l’altro. Per l’apprendistato si cancellano i vincoli previsti dalla Fornero (quota rispetto al totale dei dipendenti, assunzione di parte dei precedenti apprendisti). Anche sui contratti a progetto si eliminano le condizioni poste dalla riforma. Si recupera il contratto di inserimento, abolito dalla Fornero e si amplia l’utilizzo del lavoro a chiamata. Si tolgono le restrizioni all’impiego dei voucher e si ristabilisce la precedente normativa sulle associazioni in partecipazione. In materia di articolo 8 si rafforza la possibilità per le intese aziendali o territoriali di modificare l’organizzazione del lavoro (mansioni, orari, modalità di assunzione e di licenziamento) incentivandola con la detassazione dei premi di produttività. Infine si propone maggiore elasticità nel recepimento della direttiva europea sull’orario di lavoro, prevedendo la derogabilità dei tetti delle 48 ore settimanali e delle 250 ore annuali di straordinario.
Enrico Marro – Corriere della Sera – 20settembre 2012