Il consigliere regionale del Pd Piero Ruzzante annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia e alla Corte dei conti (più una segnalazione al Corecom) contro la campagna informativa messa a punto dall’ufficio stampa della Regione, protagonista il presidente Luca Zaia. Una campagna «istituzionale», stando alle delibere approvate dalla giunta, «ma in realtà elettorale» secondo Ruzzante, che contesta l’utilizzo di fondi pubblici «per quello che è di fatto un vero e proprio anticipo della campagna per le Regionali del 2015».
La prima delibera risale a quest’estate, e prevede lo stanziamento di 1,7 milioni per «spese di comunicazione», da ripartire nel corso di quest’anno (in realtà degli ultimi sei mesi) con 607 mila euro sulla stampa, 742 mila euro sulle emittenti televisive, 173 mila euro su quelle radiofoniche, 123 mila euro su siti internet e 52 mila euro per affissioni. «L’amministrazione si propone di rendere visibili e trasparenti ai cittadini, le azioni, le progettualità, gli interventi o i comportamenti che arrecano vantaggi diretti o indiretti alla collettività» si legge nelle carte. Ma le cose, secondo Ruzzante, non stanno proprio così. Anche perché nel frattempo sono stati prelevati dalle casse di Palazzo Balbi altri 100 mila euro, destinati alla realizzazione di «4 pillole informative a settimana», da preparare sulla base dei contenuti forniti dall’ufficio stampa e da mettere in onda tre volte al giorno. «Soldi nostri, pagati con le nostre tasse – attacca il consigliere Pd – . Non è accettabile che con denari pubblici Zaia vada in radio a raccontare in spottoni che è giusto che paghino altre Regioni, che ora di finirla con i tagli o altre amenità varie. Dov’è la campagna comunicativa istituzionale? Dov’è l’interesse generale? Dov’è l’impersonalità del messaggio, visto che si sente forte e chiara sempre la voce di Zaia? Zaia può dire quello che vuole ma se lo paghi di tasca sua! Non possiamo pagare noi i suoi spot».
Dice Ruzzante di aver provato ad avere delibere e testi delle «pillole», inutilmente: «E’ un mese che ho richiesto alla segreteria di Zaia e all’ufficio stampa della giunta regionale copia delle comunicazioni televisive e delle pillole radiofoniche e nonostante la legge sulla trasparenza non ho mai ricevuto nulla… perfino il Corecom ha espresso parere contrario alla delibera sugli spot radiofonici!». Di qui la decisione di chiamare in causa i magistrati: «Nelle prossime ore presenterò un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti nel quale evidenzierò dal mio punto di vista l’uso non congruo delle risorse e farò anche una segnalazione al Corecom circa la disparità degli spazi messi a disposizione perfino nelle reti pubbliche regionali a favore della giunta e della maggioranza. E’ veramente ora di finirla Zaia si preoccupi degli sprechi e degli scandali del Veneto piuttosto che scaricare le responsabilità sempre e solo sugli altri, anche perché quando al governo c’era lui il Veneto ha conosciuto i tagli più rilevanti al trasferimento delle risorse centrali. In una parola quando c’era lui a Roma i soldi dei veneti sono stati ancora di più trattenuti a Roma. Che oggi ci venga a dare la lezioncina moralistica dopo aver tagliato al Veneto quasi 800 milioni in due anni è veramente immorale e inaccettabile». Sul suo profilo Facebook il consigliere Pd ha quindi pubblicato uno degli spot «incriminati», in cui dopo l’attacco alla legge di Stabilità segue lo slogan «Sì al taglio delle tasse ma giù le mani dai soldi dei veneti». Che, in effetti, suona un po’ leghista.
L’ufficio stampa della Regione, contattato per un chiarimento in ordine alla campagna informativa, ha preferito non replicare.
Ma.Bo. – Il Corriere del Veneto – 12 novembre 2014