Il provvedimento del Comune di Lendinara ha trovato il plauso anche dell’opposizione. Resta l’obbligo del guinzaglio, ma il primo cittadino Luigi Viaro è categorico: “Abbiamo già raccomandato a qualche famiglia di prendere provvedimenti prima che scattino le sanzioni”
di Alex Corlazzoli. Via le catene ai cani. A Lendinara, in provincia di Rovigo, a liberare gli animali da compagnia ci ha pensato il sindaco della Lista Civica Orizzonti Comuni, Luigi Viaro, con tanto di ordinanza. Il provvedimento che ha come oggetto “Divieto di detenzione di cani ed altri animali d’affezione a catena” è stato preso nei giorni scorsi: i cittadini che nei loro cortili e giardini continueranno a tenere gli animali legati ora rischieranno una multa dai 100 ai 300 euro. Un provvedimento che ha fatto discutere da subito, ma che ha trovato il plauso della maggioranza dei cittadini e persino della minoranza.
La decisione del primo cittadino, che non ha cani e gatti in casa, arriva a seguito della legge regionale 17 del 19 giugno 2014 che ha introdotto “nuove disposizioni per quanto riguarda la tutela degli animali d’affezione”. Una vittoria per chi ha un amico a quattro zampe, ma anche un passo verso la condivisione di una responsabilità. Viaro è pronto a dar battaglia a chi continuerà a tenere incatenati i cani: “Nel prendere questa decisione abbiamo pensato soprattutto a quei cittadini che tengono gli animali legati a lungo. Avere un cane è bello ma ognuno a casa propria deve fare in modo di metterlo in sicurezza e allo stesso tempo renderlo libero. Non voglio fare alcuna lotta ma rispettare la sensibilità di tutti. E’ chiaro che in paese bisognerà invece avere il guinzaglio”.
L’ordinanza del sindaco sta già creando qualche problema a chi era abituato a tenere il cane legato: “I nostri vigili non andranno abitazione per abitazione ad indagare ma è chiaro che l’ordinanza va rispettata”. Su questo punto Viaro non transige: “Abbiamo già raccomandato a qualche famiglia di prendere provvedimenti prima che scattino le sanzioni”. L’ordinanza tra l’altro prevede “eventuali deroghe per ragioni sanitarie o per misure urgenti e temporanee, di sicurezza, documentabili e certificate dal veterinario curante”.
La decisione ha trovato favorevole anche la minoranza del consiglio comunale: “Sono contrario alle catene per i cani. Ne ho parecchi – spiega il consigliere comunale Matteo Bronzolo – e credo che serva rispetto per tutti, compresi gli animali. Avere un cane implica dei doveri per ogni cittadino. Non ho idea del perché si è arrivati all’ordinanza ma la decisione del sindaco mi sembra di buon senso. Certo è che il guinzaglio ci deve essere per chi porta a passeggio il cane”.
Intanto Lendinara ha fatto scuola. Anche nel vicino comune di Badia Polesine, il sindaco Gastone Fantato ha preso gli stessi provvedimenti per i cani. E a Polesine Parmense, il primo cittadino Sabrina Fedeli, in queste ore ha firmato un’ordinanza sui felini: nessuno potrà più offrire cibo ai gatti in giro per il paese; chi ha un micio semi-libero dovrà provvedere al controllo riproduttivo delle femmine in età fertile per escludere la nascita di cucciolate indesiderate. Il sindaco ha persino pensato a chi ospita in casa i gatti randagi: “Qualora l’animale fosse gradito va segnalato al Comune. Onde evitare appropriazione indebita, sono vietati atti d’adescamento e sottrazione alla libera vaganza di soggetti non bisognosi di cure urgenti”. E anche a Polesine sono pronte a scattare le multe per chi non rispettasse l’ordinanza: da 25 a 500 euro
Il Fatto quotidiano – 5 aprile 2015