Successo per lo sciopero dei medici ospedalieri di Rovigo, ma l’Usl 18 non pare disposta a recedere dall’impiego di un solo professionista nei turni di guardia notturno e festivo, in luogo dei due utilizzati in servizio fino all’1 dicembre scorso. Secondo i sindacati ha incrociato le braccia il 70% dei camici bianchi, chiedendo il dietrofront su un provvedimento che riguarda i circa 140 pazienti distribuiti tra i reparti di Medicina, Geriatria, Lungodegenza, Malattie metaboliche, Gastroenterologia, Nefrologia, Malattie infettive, Oncologia, Pneumologia. Il direttore generale dell’azienda socio-sanitaria, Antonio Compostella, non parla di percentuali, ma precisa che si sono astenuti 27 medici.
«Un risultato molto elevato – rilancia Davide Benazzo, Fp Cgil -tenuto conto che molti lavoratori sono precettati per garantire la continuità assistenziale». E gli fa eco Guido Senesi, Anaao-Assomed: «Tutte la attività differibili sono state bloccate, anche in sala operatoria. Un successo che arriva dopo un tentativo di dialogo di tre mesi. Abbiamo presentato, ignorati nelle scorse settimane, una petizione con più di 170 firme di medici e personale ospedaliero contro il provvedimento. Lo sciopero era l’unica soluzione».
Molti cittadini hanno colto positivamente il segnale dei lavoratori, fermandosi a discutere col presidio di fronte all’ingresso del Santa Maria della Misericordia, chiedendo informazioni sulle ragioni dell’astensione, che si è protratta per tutta la giornata lavorativa. Alla mobilitazione hanno aderito tutti i sindacati dei medici (Anaao-Assomed, Cimo, Fp Cgil, Cisl Medici, Uil Medici, Fesmed, Sivemp), degli anestesisti e dei rianimatori (Aaroi-Emac), dei radiologi (Snr) presenti nel territorio.
I cartelli hanno espresso il disagio: «Basta tagli sulle spalle dei lavoratori», «Collasso sistema sanità», «Maggiore sicurezza per lavoratori e pazienti». Temi che verranno rilanciati nelle due giornate di sciopero nazionale, il 17 e 18 marzo prossimi.
Il dg dell’Usl Antonio Compostella non cambia idea: «I medici hanno manifestato con grande civiltà e non hanno creato troppi disagi ai cittadini. Ma le guardie notturne rimarranno organizzate secondo il modello applicato, che è collaudato ed efficace. Rinnovo, inoltre, l’impegno verso nuove assunzioni che agevolino il turn over tra i lavoratori».
La giornata-tipo del dottore? Da un’emergenza all’altra, un caos
La giornata-tipo di un medico ospedaliero in turno festivo? Dura secondo le testimonianze raccolte dai sindacati. Tra le 13 e le 13.30 il passaggio di consegne col collega e subito un’insufficienza respiratoria in Medicina, risolta con il rianimatore fino alle 15. Alle 15.20 nuova chiamata per un ricovero in Pneumologia (che si concluderà alle 16), con chiamata alle 15.35 per un altro ricovero in Geriatria a cui si sovrappone una dispnea, nello stesso reparto. Alle 15.50 in Medicina effettuata un’emogasanalisi, alle 16.10 si passa alle visite. Nuova urgenza in Geriatria, risolta alle 16.35. Venti minuti dopo, di corsa di nuovo in Medicina, per un altro ricovero, cui ne segue uno ulteriore alle 17.26. Neanche il tempo di rifiatare e alle 17.37 dalla diabetologia viene segnalato un caso di eruzioni cutanee. Alle 18.14 e alle 19.10, intanto, completati due nuovi ricoveri in Medicina. E alle 19.25 un nuovo consulto in Diabetologia. Alle 19.40 un decesso in Malattie infettive. Un minuto dopo, l’esecuzione di una Tac cerebrale in medicina. Ultima emergenza, prima di fine turno, alle 20.10 con una consulenza urgente neurochirurgica.
Nicola Chiarini – Il Corriere del Veneto – 6 marzo 2016