«Il picco influenzale è sotto controllo e il sistema organizzativo dei Pronto Soccorso ne permette la gestione appropriata». Secondo Antonio Compostella non vi sono emergenze in atto, nonostante le segnalazioni preoccupate di Cgil, Cisl e Uil. «C’è stata anche una verifica dei Nas dei carabinieri in queste ore – spiega il direttore generale dell’Usl 5 Polesana – che hanno potuto confermare la validità del lavoro delle nostre strutture».
E l’avvio della nuova azienda, nata dalla fusione delle ex Usl 18 di Rovigo e 19 di Adria con circa 3 mila dipendenti e un bilancio superiore ai 540 milioni, secondo Compostella porterà a un’ottimizzazione della gestione amministrativa, senza intaccare i servizi all’utenza. Nodi al centro del dibattito pubblico, con diversi elementi di preoccupazione come quelli che saranno sottolineati stamane ad Adria nel convegno organizzato dalla lista civica «Insieme per il bene comune». L’appuntamento è alle 10 alla Casa delle associazioni. Per il direttore generale i temi posti sono destinati a trovare risposta a breve. «Viene posta la sollecitazione sui posti letto per l’ospedale di comunità – dice Compostella – credo che entro metà anno saranno attivati. Stiamo attendendo il completamento della palazzina interna all’ospedale adriese destinata a ospitarli, insieme all’hospice e ad altre strutture. A breve dovremmo avere il via libera per gli ultimi accorgimenti. La strutturazione immediata negli spazi esistenti, avrebbe creato problemi organizzativi». Compostella si dice fiducioso anche sul futuro dei punti nascite, dopo le ultime direttive ministeriali uscite insieme ai nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea). «Nessun punto nascita in Polesine è in pericolo – osserva – il ministero indica i parametri, ma poi sono le Regioni in autonomia a declinarli. Adria rimarrà in funzione, a maggior ragione perché pesca anche dalla provincia di Ferrara, dopo la chiusura del punto nascite di Lagosanto. Rovigo è la struttura centrale mentre Trecenta assumerà un nuovo ruolo di riferimento nella procreazione medicalmente assistita (Pma), oggi riconosciuta dai Lea. Trecenta si candida a diventare un centro di riferimento interregionale, vista la vicinanza alla provincia di Verona e a quelle di Ferrara e Mantova». E aggiunge: «La volontà di investire è confermata anche dalle assunzioni: arriveranno due biologi per il servizio di Pma». Il San Luca, inoltre, dovrebbe vedere potenziata l’area internistica. «I reparti di Lungodegenza, Medicina, Riabilitazione restano operativi a pieno regime – assicura – con particolare attenzione alla Riabilitazione ad alta intensità, che renderà Trecenta riferimento in questo ambito».
Nicola Chiarini – Il Corriere Veneto – 15 gennaio 2017