Pdl e Lega divise sulla soluzione da dare alla riorganizzazione delle province. Bond pronto a votare anche la proposta del Pd
«Il rapporto fra Lega e Pdl in Veneto è ottimo», assicura il governatore Luca Zaia dopo aver inaugurato il casello autostradale di Meolo. Una manciata di ore dopo e qualche chilometro più in là arriva la bordata del capogruppo Pdl, Dario Bond: «In Veneto rischiamo il voto anticipato».
Perché? Per colpa delle Province. Meglio: per colpa del segretario del Carroccio Flavio Tosi che da Verona vorrebbe comandare anche a Venezia al punto da impedire al consiglio regionale di procedere col riordino delle Province. Complicato? In ogni caso nessuno potrà più dire che il Pdl veneto è «sfracellato», che il suo coordinatore Alberto Giorgetti è «isolato», che la giunta di Zaia al contrario di quella di Formigoni sta in una botte di ferro. Nossignori: anche la giunta veneta come minimo sobbalza. Lo dice (adesso) il Pdl. Tutto, non solo Giorgetti.
Alle 18.27 viene infatti diffuso un comunicato stampa di Dario Bond e del suo vice Piergiorgio Cortelazzo: «Tosi fa di tutto per bloccare le riforme in Regione. Si permette anche di mettere i bastoni fra le ruote all’attività del suo capogruppo Federico Caner facendogli rimangiare tutto quello che aveva detto alla mattina davanti ai colleghi capigruppo sul nodo Province». E qui bisogna fare un passo indietro. Dopo l’inconcludente lunedì e ignari che il martedì non sarebbe stato diverso, i consiglieri regionali delle commissioni Affari istituzionali e Statuto si ritrovano di buon’ora a Palazzo Ferro Fini, salvo scoprire che i lavori sarebbero iniziati nel pomeriggio. La Lega, infatti, col capogruppo Federico Caner deve riunirsi per conto proprio. Poi tocca a un vertice di maggioranza. Poi Costantino Toniolo informa che ci si rivede alle 15.30 e che con Carlo Alberto Tesserin avrebbe portato un documento sul riordino delle Province.
Ebbene sì, a mezzodì pareva che Lega e Pdl avessero raggiunto la seguente intesa: prendere il verbale della Cal (la Conferenza autonomie locali aveva proposto di tenere in vita tutte le attuali province), riscriverlo, rafforzare Belluno. Mettendo però in una posizione rischiosa Rovigo, unica provincia a non avere entrambi i requisiti richiesti dalla spending review, ossia popolazione e superficie.
Epperò, “sacrificando” Rovigo, sarebbe stato più facile sostenere la specificità di Belluno (tesi caldeggiata tra i monti dove è sorto un comitato e ai politici è stato pure chiesto un obolo di 2mila euro per sostenere la campagna informativa, con tanto di falò per le vallate). Tant’è, i più non avevano fatto i conti con il polesano Cristiano Corazzari. E con la conterranea Isi Coppola. Il primo, leghista, manda un messaggino all’assessore pidiellina che, raccontano i muri del Ferro Fini, «piomba a palazzo nera come la peste»: un conto è riordinare le province – dice – un conto è eliminare solo e soltanto Rovigo: «Non esiste». Il «non esiste» arriva anche da Verona: a sorpresa (chissà) si fa sentire il segretario della Lega Flavio Tosi che ai suoi ordina la retromarcia: devono restare tutte le province, la Lega le ha sempre volute.
E il tavolo salta. Per colpa di Tosi come dice il Pdl o per colpa della Coppola e dei dissidi interni al Pdl come sostiene la Lega? Quando inizia la riunione delle commissioni, l’annunciato documento del Pdl non c’è, c’è solo la proposta del Pd che viene illustrata da Bruno Pigozzo. Un riordino rivoluzionario, che peraltro non dispiace a parte della maggioranza (Bond, per dire, lo voterebbe): il Pd chiede di cancellare Verona, Vicenza, Padova, Treviso e di fare due organismi di area vasta: Verona-Vicenza e Padova-Treviso. Resta la città metropolitana di Venezia. Si chiede la deroga per Rovigo e Belluno.
Certo, Rovigo è debole: «Alla peggio andrebbe con Padova e Treviso», dice Pigozzo. «Non esiste – ribatte il democrat polesano Graziano Azzalin – Se salta Rovigo, salta Belluno». Tant’è, la riunione viene aggiornata ben sapendo che oggi inizierà il consiglio regionale (Tesserin: «Se andiamo in consiglio senza una posizione comune, sarà il massacro»). Notizia: in aula ci sarà Zaia. Per le Province o per placare il Pdl? «Il comunicato di Bond e Pigi è perfetto, è legato alle dichiarazioni di Tosi non alle Province», scandisce Coppola. E sul Tosi che «blocca le riforme», l’assessore Massimo Giorgetti rincara: «Vogliamo parlare della riforma delle Ater? Mentre noi in Regione abbiamo assunto una posizione condivisa con il presidente Zaia di ridurre i costi della politica e di procedere con un amministratore unico, la Lega, cioè Tosi, sta frenando perché vuole mantenere i Cda». Ahi. Gioco delle parti o avviso di rottura?
Gazzettino – 18 ottobre 2012