Il pubblico ministero Sabrina Duò ha chiesto il rinvio a giudizio per 77 dipendenti della sede di Rovigo della Regione Veneto accusati di assenteismo.
Settantasette persone potrebbero finire quindi a processo per truffa ai danni della Regione La richiesta del pubblico ministero Sabrina Duò, se in parte ridimensiona le conclusioni delle indagini preliminari, escludendo tra l’altro l’accusa di falso, chiede il rinvio a giudizio per un numero di dipendenti pubblici praticamente senza precedenti.
Ipotesi accusatoria che prefigura, nel caso le richieste del Pm fossero accolte dal giudice dell’udienza preliminare, un maxidibattimento. Con tutto quello che questo comporta in termini procedurali. E con i numerosi difensori già pronti a dare battaglia senza esclusione di colpi.
Le posizioni individuali dei dipendenti della grande sede di viale della Pace sono estremamente diversificate, con assenze contestate che vanno dai pochi minuti di pausa caffè alle nove ore e 44 minuti in una sola giornata lavorativa a carico di un impiegato della sede rodigina, vero e proprio recordman dell’assenteismo che si faceva pure pagare gli straordinari.
Lo stesso portiere, che con la sua denuncia aveva dato il via all’indagine, si era visto contestare un’uscita ingiustificata dal posto di lavoro di 17 minuti. Diverse in ogni caso le posizioni dei dirigenti, tutti e tre indagati formalmente in una prima fase, pur non avendo obbligo di timbratura, ma piuttosto di raggiungimento degli obiettivi. Secondo i legali, ci sarebbero anche altre posizioni di personale inquadrato con il solo obbligo di “striscio” del badge la mattina che avrebbe contestazioni in altri orari. «Ci siamo trovati indagati per un caffè» avevano denunciato alcuni dipendenti quando, la scorsa estate, si erano visti notificare l’avviso di chiusura indagini. Ma tutti i dipendenti confermano la circostanza che le uscite brevi non erano registrate col passaggio del badge per una consuetudine interna. Per non perdere tempo a compilare carte e permessi. E non solo per andare al bar occorreva uscire dal palazzo passando davanti alla macchina marcatempo, ma anche per accedere all’archivio.
In ogni caso è proprio quella consuetudine alla “semplificazione”, per usare una parola in voga oggi, che potrebbe aver aperto la strada agli abusi. E così, mentre avrebbero dovuto essere nel loro ufficio, i dipendenti invece si sarebbero dedicati alle più svariate occupazioni, compresa la spesa al mercato settimanale. E qui le registrazioni delle fiamme gialle attestano assenze di due, tre, sei ore.
Un’indagine clamorosa della Guardia di Finanza rodigina che aveva portato a verificare le effettive responsabilità di oltre 100 persone, la quasi totalità dei dipendenti degli uffici di viale della Pace.
Il pm ha vagliato le posizioni di ciascuno e, in base alle memorie difensive, ha deciso di “restringere” il numero dei dipendenti regionali per cui chiede il processo. Tra le altre sono state archiviate quelle dei dirigenti che in quanto tali non hanno l’obbligo di timbrare il badge.
Ridimensionate alla sola truffa ai danni della Regione le accuse di falso e truffa prospettate in un primo momento.
Il Resto del Carlino – 12 marzo 2012