Gli animali privi di vita gettati in una fossa. Il titolare dell’allevamento: «Non ho più soldi per mantenerli»
Morti per fame, e poi gettati in una fossa comune a due passi da un maneggio-lager. Bestie lasciate senza cibo e acqua da giorni. Incuria e disinteresse motivati dai proprietari dell’allevamento, posto sotto sequestro a Sant’Arcangelo di Romagna dalla Forestale, con la crisi. «Non abbiamo più soldi per dar da mangiare alle bestie», è stata la spiegazione messa a verbale allargando le braccia davanti agli agenti. Senza avvertire (come prevede la legge in questi casi) l’ufficio veterinario dei decessi, i cavalli morti sono stati gettati in un «cimitero-fuorilegge» poco lontano dalle recinzioni, in campagna. Una fossa comune dove sono state trovate i resti di almeno sei bestie.
IL BLITZ – Dopo un’ispezione all’allevamento le guardie forestali del gruppo di Rimini diretto da Aldo Renzi hanno trovato 11 cavalli e 3 capre lasciati da giorni senza cibo nè acqua. La carcassa scheletrica di un puledro senza vita era seminascosta nel pagliericcio della stalla. «Siamo ad un passo dal fallimento, non abbiamo più soldi per foraggiare le bestie» è stata la giustificazione dei proprietari del maneggio denunciati per «uccisione e maltrattamento» di animali.
CASI IN TUTTA ITALIA – Parole che peraltro, per quanto ingiustificabili, si ascoltano sempre più spesso tra i proprietari degli allevamenti di tutta Italia. Dove si moltiplicano le segnalazioni di animali abbandonati – soprattutto cavalli – perchè non risulta più sopportabile, per ragioni economiche, il loro mantenimento. Senza arrivare al caso limite delle mandrie di «mustang» tornati a scorrazzare liberamente nelle praterie del West americano perchè abbandonati (il morso della crisi si fa sentire anche negli Usa esattamente come in Europa) basta guardare altre recenti indagine della Forestale. A febbraio una cinquantina di cavalli denutriti, senza microchip identificativo, sono stati trovati a Colleferro, nei Castelli romani, nelle vicinanze di un allevamento fallito. Stesse storie a L’Aquila e a Ostia, dove ancora adesso una ventina di purosangue vive allo stato brado nella pineta di Castelfusano dopo la chiusura dei maneggi.
GLI AIUTI – Gli animali «sopravvissuti» nel maneggio di Forlì, in seguito al sequestro, sono stati affidati all’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente (Anpana) di Rimini che provvederà al sostentamento.
Corriere della Sera – 16 marzo 2013