È stata chiamata “rivoluzione delle patenti”, ma rischia di tradursi in un pasticcio. Almeno nei primi giorni. Le nuove regole devono entrare in vigore sabato prossimo, come programmato dalla Ue e previsto anche nel decreto legislativo del 2011 che le ha recepite in Italia.
Solo che quel decreto è sbagliato in alcuni punti e ne è stato fatto uno correttivo, che è pronto ma rischia di non essere pubblicato in tempo. Eppure di tempo ce ne sarebbe stato: la prima versione del decreto correttivo era stata portata in Consiglio dei ministri a maggio 2012. I passaggi parlamentari hanno portato via molti, troppi mesi. Così il testo è tornato a Palazzo Chigi per essere definitivamente licenziato solo il 22 dicembre. Non solo. Da quel momento, è rimasto nei cassetti della presidenza del Consiglio per tutte le vacanze di Natale, per riapparire solo giovedì 10: finalmente al Quirinale, per la firma del capo dello Stato, arrivata solo mercoledì 16 gennaio. Ora occorre arrivare in queste ore, ma poi occorrerebbe arrivare alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale al massimo dopodomani. Impresa ardua, così c’è la possibilità che si slitti a sabato. In teoria, saremmo ancora in tempo utile. Ma in pratica la Gazzetta Ufficiale esce nel pomeriggio, quindi si ripeterebbe la solita scena italiana di una norma in vigore dalla mezzanotte precedente, all’insaputa di tutti. Sensazione di caos a parte, le conseguenze sono di fatto limitate a una stangata su chi può guidare solo una moto fino a 125 e invece viene a trovato al manubrio di una più “grossa”: il decreto correttivo parla di una sanzione amministrativa di 1.000 euro, mentre il decreto originario (destinato a entrare in vigore sabato così com’è, in assenza della pubblicazione del correttivo) ne prevede una penale di almeno 2.257 euro. Le forze dell’ordine, conoscendo l’incertezza della situazione, si guarderanno bene dall’accertare infrazioni di questo tipo. Però… Per il resto, il ritardo non avrà effetti: ne verrebbero toccate le nuove patenti, ma la Motorizzazione aveva già messo in conto problemi e da tempo aveva programmato di fermarne sostanzialmente i rilasci per almeno una settimana. Una prudenza suggerita da come vanno le cose nella burocrazia italiana.
Il Sole 24 Ore – 17 gennaio 2013