Potranno entrare ovunque. Presentata ai sindaci un’ordinanza che cancella i divieti
Mai più il quattrozampe chiuso in auto mentre siete al ristorante, a fare la spesa, all’ufficio anagrafe o in posta. Nell’ordinanza prototipo, scritta dal ministro del turismo Vittoria Brambilla con l’Associazione nazionale dei Comuni (Anci), che lunedì sarà inviata a tutti i sindaci della penisola, le prospettive vengono ribaltate: via i divieti d’accesso nei pubblici esercizi e nei luoghi aperti al pubblico, uffici inclusi.
Mai più, invece, un animale in vetrina, che sia cane, gatto, canarino o tartaruga. Né rumorosi fuochi d’artificio all’infuori delle giornate di festa consacrate ai botti dal calendario. Il Bel Paese sembra deciso a fare proprie le parole di Gandhi che sentenziò: «Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali».
Il ministro Brambilla, convinta e orgogliosa animalista, più volte ha ribadito che «occuparsi di animali vuole dire prima di tutto occuparsi delle persone». E, ieri, presentando il protocollo innovativo ospite del prefetto Gian Valerio Lombardi a Milano, ha aggiunto: «Il tema era ed è forse ritenuto poco nobile da altri politici e colleghi ma io non la penso così, perché come me la pensano gli italiani». Non contenta di aver sfidato la lobby dei cacciatori, ha deciso di ridurre la distanza siderale tra il popolo italiano e i cugini francesi, i cui ristoratori spesso si preoccupano prima che dell’affamato avventore delle necessità dell’amico cane.
Una ricerca Ipsos, infatti, rileva che se quattro italiani su dieci possiedono almeno un animale, otto su dieci li considerano veri e propri compagni di vita, con una minima differenza tra chi ha un animale in casa e chi non l’ha.
L’ordinanza disegnata a misura di città, grandi e piccole, si rifà a quella proposta prima dell’estate ai comuni dei litorali, per facilitare la vita ai vacanzieri proprietari di animali. In sostanza, il testo suggerito ai primi cittadini d’Italia non ha bisogno dell’approvazione del Consiglio comunale, apre le porte di tutti i luoghi pubblici agli animali. Nel nome di una Italia Animal Friendly, caldeggia la realizzazione di spazi verdi destinati a loro, abbastanza ampi da consentire corse e sgambate in libertà. Diritti e doveri stanno i n perfetto equilibrio: ovvio l’obbligo all’uso del guinzaglio e alla raccolta delle deiezioni. Ma altrettanto severe le sanzioni per quei teppisti trovati a utilizzare collari elettrici o a fare esplodere petardi in luoghi pubblici. Un passo avanti verso quella civiltà invocata già dal poeta Ovidio che scriveva: «La crudeltà verso gli animali è tirocinio della crudeltà contro gli uomini». Se i sindaci sosterranno questa rivoluzione copernicana, gli anziani potranno portarsi il cane, il gatto o il canarino nella casa di riposo. I divieti rimangono solo per ospedali, asili e scuole. E se un ristoratore vorrà opporsi alla misura animalista dovrà fare istanza al sindaco e motivare la richiesta di chiudere le porte a Fido. Curioso che la nota polemica si levi proprio da una città, Milano, che ha un record alla voce «aree cani» (sono già 300) e che nel Quadrilatero della Moda ha spalancato da tempo le porte agli amici animali. Pasticcerie griffate e bar inclusi. «Il ministro usi il tempo per occuparsi della sua delega, soprattutto in una città che si sta preparando ad un evento come Expo 2015», attacca l’assessore al Turismo ed esponente del Carroccio, Alessandro Morelli. «Mi auguro che il ministro promuova un incontro sui temi del turismo milanese. Se crede, potrà portare qualche suo simpatico accompagnatore a quattro zampe».
corriere.it – 28 novembre 2010