Agnese Codignola. Trecentodiciotto milioni di confezioni, per un totale di oltre 27.200 tonnellate di cibo sequestrato in oltre 350 richiami. Sono questi i numeri dei ritiri imposti nel 2016 negli Stati Uniti dallo US Department of Agriculture (USDA). La notizia è diffusa nel rapporto di Stericycle, un’azienda di consulenza che si occupa di sostenibilità e rileva anche i ritiri di prodotti nel mercato alimentare statunitense.
Ne ha dato notizia Time, in un articolo significativamente intitolato: “Cosa non mangiare” che ha riassunto le nove principali classi di cibi all’origine degli incidenti – in molti casi contaminazioni – ma anche errori nel confezionamento, presenza di corpi estranei e altro ancora.
La fonte principale di preoccupazione è la Listeria, all’origine di una percentuale di ritiri compresa tra il 65 e il 75%. Ma l’aspetto forse più pericoloso è che, nella maggior parte dei casi, si tratta di alimenti preconfezionati presenti non solo nel mercato americano. Ecco le nove categorie:
In aprile la CRF Frozen Food ha ritirato 11 prodotti surgelati a causa di una contaminazione da Listeria. Nel giro di pochissime settimane il provvedimento è stato esteso a 350 prodotti, dai broccoli ai frutti di bosco, venduti con 42 diversi marchi, così come a un centinaio di alimenti pronti che contenevano alcuni dei vegetali incriminati come ingredienti. Nove persone sono state ricoverate e tre sono morte. Più o meno nello stesso periodo, un’altra azienda di frutta e verdura surgelata, la National Frozen Corp, ha ritirato confezioni di piselli e di verdure miste per lo stesso motivo.
Nuggets di pollo
I itiri hanno interessato circa 2.200 tonnellate di crocchette, per lo più a causa della presenza di pezzettini di plastica o di altri materiali. Uno degli incidenti più gravi è avvenuto in aprile, con 18 tonnellate di nuggets Pilgrim’s Pride ritirati. Nel giro di un mese, un altro caso ha interessato quasi 2.000 tonnellate di vari prodotti a base di pollo. In seguito la Foster Poultry Farms ha richiamato 100 tonnellate di nuggets, e la Tyson altre 65. Nella maggior parte di questi casi le segnalazioni sono state fornite di clienti.
Semi di girasole e misti
In maggio l’azienda SunOpta ha ritirato i semi di girasole a causa di una possibile contaminazione da Listeria. Non è stato rilevato alcun caso di infezione umana grave, ma l’azienda nei mesi successivi ha più volte richiamato i semi di girasole e altri prodotti misti. In seguito, anche la General Mills ha richiamato alcuni prodotti che contenevano semi di girasole della SunOpta, e lo stesso ha fatto la Nature Valley: in totale, circa 100 prodotti sono stati tolti dagli scaffali.
La General Mills ha ritirato oltre 20.000 tonnellate di farina a marchio Gold Medal, Signature Kitchens e Gold Medal Wondra
Farine
Alla fine di maggio, la General Mills ha temuto una grande contaminazione da Escherichia coli, e per questo ha ritirato oltre 20.000 tonnellate di farina a marchio Gold Medal, Signature Kitchens e Gold Medal Wondra; i sospetti non erano del tutto infondati, come dimostrano i 63 contagiati in 24 stati certificati dalla FDA. In luglio, il richiamo è stato esteso a decine di prodotti che potevano contenere le farine sospette come alcuni tipi di biscotti e dolci.
Hot dog e simili
Il 5 luglio, lo USDA ha emesso un allarme di classe 1, cioè di alto rischio, su hot dog di pollo e maiale e su pannocchie di marca Bar-S, richiamandone 286 tonnellate. Le autorità sanitarie temevano una contaminazione da Listeria che non è mai stata confermata. In passato, però, la stessa azienda ha dovuto fronteggiare più di una situazione simile.
Piatti pronti surgelati
La ConAgra, colosso dell’Arkansas, in luglio ha richiamato oltre 900 chili di piatti pronti congelati venduti con il marchio Chang dopo che un addetto alla produzione ha denunciato la presenza di frammenti di metallo di dimensioni comprese tra i 2 e 9 millimetri. Nessun cliente, comunque, ha subito danni.
Gelati
Uno dei casi più clamorosi del 2016 ha riguardato l’azienda Aspen Hill, che produce gelati. Nel mese di ottobre si è temuta la contaminazione da Listeria, di oltre 22.000 prodotti. E le conseguenze sono state anche più gravi, perché quei gelati erano stati usati da 27 altre aziende; tutto il settore ha vissuto momenti di panico, e sei marchi hanno deciso ritiri e sostituzioni.
Anche la crema di ceci mediorientale della Taylor Farms è stata oggetto di un ritiro di grandi dimensioni ai primi di novembre. Motivo: la scoperta di Listeria in uno stabilimento, anche se nessun prodotto finito, tra quelli verificati, è risultato contaminato.Un caso simile, anche se più contenuto, ha coinvolto un’altra azienda in dicembre.
Di nuovo pollo
Nello scorso mese di novembre lo USDA ha annunciato un altro allarme di classe 1, cioè di alto rischio, e ha richiamato oltre 7,7 tonnellate di prodotti pronti a base di pollo dell’azienda National Steak and Poultry. Tutto è nato dalla denuncia di un cliente, che ha giudicato il prodotto acquistato poco cotto, condizione ideale per lo sviluppo di batteri anche molto pericolosi. In dicembre, poi, l’azienda ha esteso il ritiro a oltre 900 tonnellate di polli precotti in vario modo, che erano stati venduti a ristoranti in tutto il paese.
Il Fatto alimentare – 6 gennaio 2017