Due giorni, forse tre, per cercare a tutti i costi di trovare un accordo tra Regioni per dividere i quasi 104 miliardi destinati alla sanità. Improbabile ormai una revisione dei criteri, la soluzione sarà tutta politica e “a lapis”. Altrimenti tornerà in campo la proposta del ministero. Lunga, lunghissima la trattativa che sta impegnando quest’anno le Regioni per decidere come ripartirsi i finanziamenti statali per la sanità del 2011, che tutti impropriamente continuiamo a chiamare Fondo sanitario nazionale. La cifra complessiva quest’anno è di 106,4 miliardi di euro ma, sottratti i fondi vincolati a vario titolo, restano esattamente 103.963.406.387.
E sono comprensivi dei fondi finalizzati al rinnovo delle convenzioni (69 milioni), al “risarcimento” per l’abolizione dei ticket (400 milioni) e a coprire, almeno in parte, le spese per l’emersione degli extracomunitari (200 milioni).
Solitamente il riparto viene siglato entro gennaio, ma quest’anno le cose stanno andando per le lunghe, essendosi intrecciata la discussione con la vertenza tra Governo e Regioni per i tagli della manovra estiva 2010 e con l’esame del decreto su fiscalità regionale e costi standard in sanità. Proprio l’approvazione ottenuta da questo decreto rende il riparto 2011 particolarmente delicato: i conti di quest’anno, infatti, saranno la base di calcolo del 2013, quando il decreto stesso andrà in piena applicazione.
La proposta formulata dal ministero a fine dicembre, aveva raccolto molte critiche da parte delle Regioni, ma di segno diverso: le Regioni del Sud, in particolare, chiedevano che venisse introdotto il criterio di deprivazione sociale, mentre molte Regioni del Nord rivendicavano un più esteso impiego del criterio, già in uso, che valorizza la presenza di popolazione anziana. Di una complessiva revisione dei criteri si parla d’altronde da quasi un decennio, ma non si è mai arrivati ad una soluzione. Anche lo studio elaborato dall’Agenas, e commissionato dalle stesse Regioni, non ha sciolto i molti nodi aperti.
Le Regioni hanno quindi cercato un’intesa al loro interno, prima con una Conferenza straordinaria svoltasi il 7, 8 e 9 febbraio, poi con un incontro il 10 marzo scorso, che si è limitato a rinviare la discussione. Da domani nuovo tentativo, con un’altra Conferenza straordinaria dei presidenti delle Regioni che potrebbe tenerli impegnati anche fino a venerdì prossimo.
Improbabile, a questo punto, una revisione dei criteri di riparto. Dovrebbe dunque restare valido il solo criterio utilizzato fino ad oggi, ovvero la “pesatura” della popolazione per fasce d’età, applicata soltanto all’assistenza specialistica territoriale e alla metà della spesa ospedaliera. Ma potrebbero poi intervenire diversi correttivi “politici”, capaci di tenere conto ad esempio delle esigenze poste dalle Regioni del Sud.
Il raggiungimento dell’accordo avrebbe un aspetto positivo immediato, poiché sbloccherebbe i trasferimenti statali, che per ora sono calcolati sulla base di quelli stabiliti per il 2009.
Per il momento, però, non vi è alcun limite di tempo al lavoro delle Regioni sul riparto 2011: infatti, solo quando il riparto sarà inserito nell’odg della Conferenza Stato Regioni, scatteranno i 30 giorni vincolanti, entro i quali si deve comunque chiudere la discussione. Oltre questo termine, nel caso in cui le Regioni non avessero definito una soluzione al proprio interno, il Governo potrebbe procedere a definire il riparto con una decisione autonoma, o sulla base della proposta già fatta dal ministero della Salute o con una nuova formulazione.
Quotidianosanita.it – 12 aprile 2011