I presidenti delle Regioni italiane torneranno a occuparsi la prossima settimana del riparto del Fondo sanitario nazionale di 106,5 miliardi, di cui 103,9 da assegnare come quota per il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha convocato per mercoledì 13 aprile, con ripresa dei lavori giovedì 14 e una eventuale prosecuzione prevista per venerdì 15 aprile, una Conferenza straordinaria monografica a Roma dedicata al fondo 2011. Già il 7, 8 e 9 febbraio scorsi i presidenti delle Regioni si incontrarono per una tre giorni ma non riuscirono a trovare l’intesa.
I governatori del Sud schierati per l’introduzione di nuovi criteri come l’indice di deprivazione e nel caso l’eliminazione di parametri come quello della mobilità passiva.
I governatori del Nord schierati o del tutto contro l’indicatore sociosanitario (Veneto in testa) o comunque abbastanza “freddi” e semmai orientati a una “prova” leggera prima di sbilanciarsi rispetto al tradizionale conteggio soprattutto per popolazione pesata per età.
Per ora il riparto del fondo 2011 non è mai stato messo all’ordine del giorno della Stato-Regioni, ma nel caso fosse calendarizzato e i governatori arrivassero all’appuntamento senza un accordo preciso, scatterebbero i trenta giorni dopo i quali la proposta di riparto del ministero – per ora criticata da quasi tutte le Regioni – sarebbe in vigore. Con il risultato di penalizzare alcune amministrazioni locali che incasserebbero addirittura meno dello scorso anno, con buona pace delle indicazioni del Dlgs su finanza regionale e costi standard da poco approvato.
«Stavolta ce la facciamo a chiudere il riparto del Fondo sanitario 2011», il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, che è assessore in Veneto, Luca Coletto, è ottimista in vista della tre giorni.
«In queste settimane ci sono stati diversi contatti – spiega – e c’è la volontà di arrivare all’accordo. Del resto, il muro contro muro non serve a nulla». Coletto ribadisce però che per il presidente Zaia e anche per altri governatori «il criterio della deprivazione, chiesto da alcune Regioni del Sud, non va bene». La stessa Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha detto che non si può applicare quest’anno questo criterio, che va perfezionato. «Poi si sta andando verso i costi standard e anche le prestazioni delle strutture devono essere standard: insomma sono obiettivi che uniscono tutti». Dunque, secondo Coletto almeno quest’anno i criteri devono rimanere quelli di sempre basati sulla popolazione della regione e sugli anziani presenti. «Sono criteri oggettivi – sottolinea – ma poi, se si tratta di essere solidali, nessuno si tira indietro. Non chiudere il riparto sarebbe un danno per le Regioni – conclude – devono vincere le Regioni e vincono se se trovano l’intesa ».
Sanita.ilsole24ore.com – 5 aprile 2011