Presidenti e assessori riuniti al Cinsedo stanno cercando la quadra sul riparto del fondo sanitario nazionale. Due i blocchi contrapposti: Veneto vs Calabria
Da una parte uno zoccolo duro di Regioni capitanate dalla Calabria, che spinge sul criterio della deprivazione, dall’altra quello guidato dal Veneto favorevoli ai criteri di riparto tradizionali.
Veneto versus Calabria. Sono questi i due fronti che si sono delineati nel corso del confronto tra le Regioni sul riparto del fondo sanitario. Due posizioni distanti e contrapposte sulle quali governatori e assessori stanno lavorando per trovare un punto di mediazione. Ci sono, infatti, da accontentare sia i cosiddetti meridionalisti capitanati appunto dalla Calabria che puntano a introdurre il criterio della deprivazione (schierate Sicilia, Puglia, Campania, Molise, Basilicata, Sardegna e Liguria), sia le Regioni allineate con il Veneto e intenzionate a mantenere lo status quo ante. In mezzo Emilia Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo che condividono il principio di fondo del fronte meridionalistico, ma chiedono che il “peso” del criterio di deprivazione sia limitato a una quota ridotta del fondo.
Non sarà facile quindi trovare la quadra. Soprattutto ascoltando le dichiarazioni a caldo dei rappresentati delle regioni del Sud che non intendono assolutamente cedere il passo.
“La mia preoccupazione – ha dichiarato il presidente della Calabria, Giuseppe Scopelliti – è che ci sia chi non vuole arrivare ad una scelta unitaria e preferisca rimanere fermo sulla proposta stilata dal Ministero. Se accadesse questo non si andrebbe più ad una Conferenza delle Regioni con un clima agevole, dove concertare di comune accordo tante scelte importanti per il Paese. Questa per noi, e lo abbiamo sempre detto, diventa una battaglia fondamentale. Non faremo un passo indietro”.
Sulla stessa linea d’onda l’assessore alla Sanità della Sicilia, Massimo Russo: “Stiamo discutendo e non so se questo confronto sarà produttivo. C’è una posizione che le regioni del Sud intendono tutelare, e che è un valore sul quale abbiamo costruito un percorso e vede inserito nel Riparto un criterio di equità quale la deprivazione conforme a quanto stabilito dal legislatore nel ‘96. Un criterio che poneva il problema dei disequilibri territoriali”. Insomma, la Sicilia non cederà. E l’assessore Russo è convinto che anche le altre Regioni del Meridione non molleranno la presa.
Rincara la dose Giacomo Mancini, assessore al Bilancio della Calabria: “Ci aspettiamo che il fronte di queste Regioni possa diventare più ampio, anche perché le proposte di mediazione tra le due ipotesi che sono state fin ora formulate sono tutt’altro che condivisibili”.
È invece ottimista sulla possibilità di arrivare a un accordo il governatore dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, secondo il quale “il principio della deprivazione socio-economica non è sbagliato, ma va approfondito e ne va tenuto conto limitatamente, altrimenti rischia di essere discorsivo”. Chiodi, si è detto poi sicuro del fatto che le altre Regioni accorderanno all’Abruzzo lo scorporo dei costi della mobilità sanitaria per il 2009, l’anno del terremoto.
Dimostra sicurezza sull’esito positivo del confronto anche Renata Polverini, che ha comunque apprezzato la proposta di riparto del Ministero: “Un accordo sui criteri per il riparto del fondo sanità va trovato assolutamente e sono sicura che lo troveremo. Stiamo lavorando. Siamo in una fase di elaborazione, e c’è ancora una grande discussione sulla deprivazione o comunque per trovare criteri alternativi anche perché – ha aggiunto Polverini – sulla base dei comunicati dell’Agenas ci sembra che alcuni criteri individuati siano abbastanza discutibili, almeno per alcune Regioni”.
Quotidianosanita.it 8 febbraio 2011