«Tosiani» contro leghisti in Regione per lo «spacchettamento» dell’Asl unica della Provincia di Verona con l’istituzione dell’Usl del Garda (in virtù della specificità turistica dell’area, come è previsto per le Province di Venezia, con l’Usl di San Donà e di Vicenza, con Bassano del Grappa).
Ipotesi presentata dal consigliere regionale tosiano Andrea Bassi, ma rispedita al mittente ieri dal segretario della Lega veronese Paolo Paternoster, che si è schierato con il governatore e l’assessore alla Sanità Luca Coletto. «L’Azienda Zero, voluta fermamente dal presidente Luca Zaia, rappresenterà la pietra miliare per la sanità veneta del futuro – scrive in una nota Paternoster – il goffo tentativo di alcuni consiglieri regionali e politici locali di voler raddoppiare il numero delle Usl di Verona, accampando scuse o ragioni assolutamente inesistenti, porterà solo al moltiplicarsi dei costi della sanità». Dibattito entrato a margine ieri anche nella Conferenza dei sindaci dell’Usl 22, al distretto sanitario di Bussolengo. «La sponda veneta del Garda conta 12 milioni di presenze turistiche, di cui 2 milioni a Verona città e 10 milioni sul Lago», ha ricordato il sindaco di Garda Davide Bendinelli, (ex assessore regionale al Sociale).
L’ultima spiaggia rimasta, invece, al sindaco di Bussolengo Paola Boscaini, per salvare l’ospedale della sua città dalla forte riduzione di posti letto e chiusura del Pronto soccorso, è stata quella di proporre la trasformazione dell’ospedale bussolenghese in turistico, come fatto per quello di Jesolo. Ipotesi accolta favorevolmente dai 29 amministratori presenti (sul totale di 37 Comuni appartenenti all’Usl 22 con in carico 300 mila abitanti): in molti hanno ribadito la necessità di non lasciare la sanità del distretto Ovest della Regione «in gestione solo ai due ospedali privati di Peschiera e Negrar, poiché la proposta del polo a due gambe, previsto per Villafranca-Bussolengo, non sta in piedi», hanno ricordato.
«Che sia l’ospedale di Peschiera ad avere in carico tutto il sistema turistico del Lago è impensabile», è stato sottolineato, in ragione anche della stagionalità turistica di otto mesi, contro i tre mesi di quella della riviera veneziana.
Annamaria Schiano – Il Corriere del Veneto – 21 luglio 2016