Dall’anno della sua fondazione (2002) ad oggi, l’operato dell’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha subìto un continuo e costante processo evolutivo.
Ed è proprio per garantire la capacità di far fronte alle numerose istanze e di prevedere i cambiamenti al proprio interno, che nel corso del 2011 l’Autorità è stata sottoposta ad una riorganizzazione che verrà completata entro i primi mesi del prossimo anno.
Coldiretti vuole essere parte integrante di questo processo mediante una serie di istanze al documento con il quale Efsa ha presentato, dopo un’accurata analisi frutto di un confronto interno tra il personale, tra le istituzioni partner europee, le autorità nazionali e il Comitato Scientifico, il contributo scientifico che intende apportare per migliorare il sistema di gestione della sicurezza alimentare per il prossimo quinquennio.
Le istanze presentate da Coldiretti vertono sulle quattro azioni poste a fondamento dell’opera di riorganizzazione intrapresa dall’autorità. In particolare, sono stati chiesti chiarimenti sulla destinazione d’uso di finanziamenti a progetto, aumentati fino a 11 milioni nel 2010 da un milione nel 2007.
Inoltre, Coldiretti chiede che l’Agenzia di Parma mantenga il profilo conferitole dal suo mandato, ovvero di tutela prioritaria della salute pubblica, quando invece oggi l’80% delle richieste di parere di Efsa vengono da privati che intendono sottoporre a valutazione di sicurezza prodotti da lanciare poi sul mercato. Si tratterebbe, stando alla richiesta di Coldiretti, di bilanciare meglio le attività dell’Authority, che sono finanziate da denaro pubblico e i cui beneficiari devono essere in egual misura cittadini e stakeholder.
Coldiretti chiede infine maggiore trasparenza sulla strategia di allocazione finanziaria delle risorse nelle aree di lavoro di Efsa, aspetto che non compare chiaramente dalla bozza presentata. Altri aspetti centrali concernenti le domande poste da Coldiretti riguardano: il sistema di stabilimento delle priorità scientifiche, in modo da limitare quegli aspetti di discrezionalità che possano mettere a rischio la percezione di indipendenza dell’ente, un patrimonio da salvaguardare in caso di crisi alimentari; il modo in cui Efsa intende occuparsi della salute dei lavoratori, che acquista un profilo autonomo all’interno del documento proposto; la trasparenza delle fonti usate da Efsa, che dovrebbero essere soggette a scrutinio esterno; un maggiore livello di dettaglio su come Efsa intenda gestire negli anni a venire il Punto di Contatto (Help Desk) con le industrie, in modo da garantire pari accesso ai grandi quanto ai piccoli, favorendo uguali opportunità a tutti i soggetti economici.
22/11/2011 – ilpuntocoldiretti.it