Confermato il no delle Regioni al ddl 863, all’esame del Senato, per il riordino delle farmacie. Contestate le questioni di competenza ma anche quelle di merito, a partire dai vincoli che il ddl pone alla possibilità per le Regioni di distribuire direttamente i farmaci, anche con la possibilità di delegare le farmacie a farlo.
Senza questa possibilità, hanno sottolineato le Regioni in audizione alla XII Commissione del Senato, la spesa farmaceutica crescerebbe di circa un miliardo di euro in più all’anno.
Oggi i rappresentanti delle Regioni sono stati ascoltati in audizione alla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato, riguardo al ddl 863 “Disposizioni normative in materia di medicinali ad uso umano e di riordino dell’esercizio farmaceutico”, che porta la firma dei senatori Maurizio Gasparri e Antonio Tomassini.
In realtà, le Regioni hanno presentato un proprio documento, elaborato dalla Commissione Salute e approvato in mattinata dalla Conferenza dei presidenti, che contiene diversi rilievi critici al disegno di legge. Il principale è relativo all’articolo 8 del ddl, che limita fortemente la distribuzione da parte delle farmacie di medicinali “per conto” delle Regioni, rinviando la materia alla contrattazione nazionale per il rinnovo dei rapporti di Convenzione.
La distribuzione “per conto” attraverso le farmacie, consente alle Regioni di acquistare comunque i farmaci con il prezzo previsto per la distribuzione diretta, e dunque con il 50% di sconto. Se decadesse questa possibilità, hanno sottolineato i rappresentanti regionali, la spesa per i farmaci crescerebbe di circa un miliardo l’anno.
Le altre osservazioni di parte regionale sono per lo più tese a difendere l’autonomia delle Regioni conquistata con la riforma del Titolo V, come ha sottolineato Vasco Errani rivendiccando alle Regioni il compito di governare il processo di riordino del settore. Le Regioni dunque respingono le indicazioni contenute nel ddl sulla scelta del numero e sui criteri di assegnazione delle nuove farmacie, pur sottolineando il ruolo di vero “presidio sanitario” svolto dalle farmacie in tutto il Paese e soprattutto nelle aree rurali e poco densamente popolate.
Quotidianosanita.it – 25 maggio 2011