La “direttiva madre” inviata dalla ministra Madia all’Aran per il rinnovo dei contratti 2016-18 del personale della PA e della Sanità stabilirebbe che gli impegni sottoscritti rimangono subordinati al reperimento delle ulteriori risorse finanziarie necessarie. “Con queste premesse, raggiungere l’importo di 85 euro lordi medi mensili fissato dal Protocollo del 30 novembre scorso non sarà una passeggiata di salute” osserva Aldo Grasselli, presidente Fvm. Grasselli in un articolato intervento analizza le non poche criticità sulla strada del nuovo contratto. “Si potrà riaprire una contrattazione nazionale – afferma il presidente Fvm – solo dopo una specifica direttiva vincolante dalla quale si evinca nettamente la natura e la disponibilità delle risorse che il Governo, e per parte loro le Regioni, intendono mettere nel finanziamento del Ccnl della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria. Tutto il personale della sanità pubblica aspetta da 8 anni il rinnovo di un contratto almeno dignitoso, e chi vuole governare non si deve dimenticare che quel personale, con serietà e abnegazione, ha compensato e compensa quotidianamente tutti i cedimenti cui è stato sottoposto il Ssn”.
Per concludere: “Senza una precisa assunzione di responsabilità dell’Esecutivo, che possa rasserenare il clima e consentire uno sguardo di prospettiva con riferimenti concreti, nessun sindacato responsabile – da che mondo è mondo – è disposto a trattare un contratto che si rivelerebbe un contratto in perdita”.
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15 giugno 2017