Prima Cavallino «trasferita» d’imperio all’Usl 10 nonostante il parere contrario dell’intero consiglio comunale, opposizioni comprese. Poi le incertezze sul futuro (in particolare quello economico) delle azienda sanitarie destinate ad unirsi nella nuova Usl «Serenissima». Infine pure le preoccupazioni dei cittadini di Burano, terrorizzati dall’ipotesi di rimanere «isolati» e difficilmente raggiungibili dalle prestazioni sanitarie.
Il varo della riforma della sanità regionale porta per Venezia diverse perplessità che non sembrano destinate ad arrestarsi. «Noi vogliamo restare nell’Usl 12 e abbiamo un incontro con l’assessore Luca Coletto lunedì – dice Giorgia Tagliapietra, assessore alla sanità del Comune di Cavallino-Treporti – Speriamo di trovare una soluzione, ma non molleremo». Non basta. «Il nuovo assetto della sanità veneta penalizza Chioggia, alla faccia dei flussi turistici», ha sbottato ieri anche Erika Baldin del Movimento 5 Stelle. «L’Usl 14 sparisce perché sarà assorbita dall’azienda sanitaria di Venezia – sottolinea la consigliera regionale chioggiotta – Qui i flussi turistici sono importanti, dato l’afflusso di persone che vanno a Sottomarina d’estate e che visitano tutto l’anno la nostra bellissima cittadina». Come a dire che, forse, la «sopravvivenza» dell’autonomia dell’Usl 10, legata come spesso si sente dire al fatto di coprire un territorio turistico lascia il tempo che trova, secondo i chioggiotti. Accanto a loro anche i cittadini di Burano alzano le barricate: «Prima con Cavallino alle nostre spalle eravamo sicuri che in qualche modo qualcuno sarebbe venuto da noi – dicono – ora siamo gli ultimi, al confine, saremo abbandonati». Paure da «isolani»? Forse, anche. Ma i problemi ci sono anche nelle Usl «forti», come la Serenissima. Che «ingloberà» oltre ad Usl 12 e 14 anche l’Usl 13 di Mirano.
«Come saranno ripartiti i fondi? – chiede Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd – secondo il calcolo pro capite dell’Usl 12, circa 1800 euro a testa, o quello dell’Usl 13, e quindi 1500 euro a testa? Se il primo effetto della riforma saranno nuovi accorpamenti e una ridefinizione della rete ospedaliera con quali linee e in che modo verranno fatti?». Non c’è risposta per ora. Soprattutto sui fondi pro capite. Ed è su quello che si giocheranno tutte le prossime mosse. «Messa in questo modo le Usl veneziane saranno le meno finanziate di tutta la regione – dice Gabriele Scaramuzza, responsabile della sanità per il Pd – l’Usl 10 rimarrà da sola, con 1500 euro, le altre si uniranno ma avranno meno fondi. E a rimetterci saranno i cittadini».
Il Corriere del Veneto – 21 ottobre 2016