La Camera dei deputati ha approvato in seconda lettura il disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione, che porta la firma della ministra Madia. Il provvedimento è ora all’esame del Senato. La riforma della Pubblica amministrazione si prepara alla volata finale. Oggi riprende l’esame del testo in terza lettura in commissione Affari costituzionali del Senato e la conferenza dei capigruppo ha fissato i tempi per l’approdo in Aula: da lunedì 3 a venerdì 7 agosto. La Lega ha presentato in commissione le pregiudiziali di costituzionalità, che saranno votate domani.
Il termine per presentare gli emendamenti in commissione scade martedì prossimo, 28 luglio. Ma l’orientamento di governo e maggioranza è quello di non modificare il provvedimento per consentire il via libera definitivo da parte del Senato entro la prima settimana di agosto. Lo dice chiaramente la ministra Marianna Madia: «Naturalmente il Parlamento è sovrano, ma dopo due letture approfondite da parte di Camera e Senato, il mio auspicio è che questa terza lettura sia quella definitiva e avvenga prima dell’estate». In tal caso, «a settembre verrebbero emanati i primi decreti attuativi».
Ecco il testo del Ddl di riforma della pubblica amministrazione licenziato il 17 luglio dalla Camera dei deputati che lo ha approvato con 253 sì, 93 no e 5 astenuti. Il testo contiene prevalentemente deleghe legislative da esercitare in gran parte nei dodici mesi successivi all’approvazione della legge, volte a riorganizzare l’amministrazione statale e la dirigenza pubblica, proseguire e migliorare l’opera di digitalizzazione della Pa, riordinare gli strumenti di semplificazione dei procedimenti amministrativi, elaborare testi unici delle disposizioni in materie oggetto di stratificazioni normative. Per la semplificazione e l’accelerazione dei procedimenti amministrativi attinenti alle attività produttive è prevista, in luogo della delega, la delegificazione delle disposizioni di legge vigenti, mentre la promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle pubbliche amministrazioni è affidata a misure organizzative da attuare da parte delle singole amministrazioni sulla base di indirizzi indicati dal Presidente del Consiglio con propria direttiva. Il provvedimento contiene anche – a seguito delle disposizioni aggiunte in sede referente alla Camera – una delega per il riordino e la ridefinizione della disciplina processuale delle diverse tipologie di contenzioso davanti alla Corte dei Conti.
STRETTA SU DIRIGENZA. Anche i capi diventano licenziabili se valutati negativamente. Ma pur di non essere mandati potranno optare per il dimensionamento. Gli incarichi non saranno più a vita (4+2 anni) e scatta la revoca in caso di condanna della Corte dei Conti. A proposito è stato aggiunto un intero articolo dedicato al processo contabile.
TUTTI I DIRIGENTI IN UN UNICO BACINO. È previsto un solo ruolo (seppure diviso su tre livelli: statale, regionale, locale) senza più distinzione tra prima e seconda fascia. Si va verso una quota unica (intorno al 10%) per l’accesso di esterni. La figura del segretario comunale è superata.
CONCORSI, SUPERATO VOTO MINIMO LAUREA. Non ci sarà più una soglia sotto la quale si è fuori dalle selezioni pubbliche.L’obiettivo è dare più importanza alla valutazione in sede di concorso. Nelle prove non mancherà mai un test sull’inglese e si va verso un polo unico per la gestione dei concorsi.
LICENZIAMENTI FACILI. Quando scatta un’azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il licenziamento. Quanto alla diatriba sull’articolo 18, la reintegra resterebbe.
SU ASSENZE CON POTERI A INPS. Niente più finti malati. Per centrare l’obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse passano dalle Asl all’Inps. Vengono poi posti dei paletti per il precariato. C’è anche un passaggio per favorire la staffetta generazionale, ma a costo zero. Nasce la Consulta per l’integrazione dei lavoratori disabili.
MAGLIE PIU’ LARGHE PER PENSIONATI IN P.A. Il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi (senza possibilità di rinnovo). Le altre cariche e collaborazioni sono comunque consentite. Resta confermato per tutte le posizioni affidate a pensionati il vincolo della gratuità.
SCOMPARE FORESTALE, RIORDINO FORZE. Il ddl pone le basi per l’assorbimento della Forestale in un’altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri e per la parte impegnata contro gli incendi ai Vigili del Fuoco), così da portare i corpi da 5 a 4. Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze, dando spazio al merito. Al via la riorganizzazione delle autorità portuali.
SCURE SU PARTECIPATE. Verranno ridotte e si prevede un numero massimo di ‘rossi’ dopo cui c’è la liquidazione. Si apre al commissariamento. Si va verso un dimezzamento delle camere di commercio. C’è poi una stretta sui bonus legati ai risultati positivi. Si stabilisce che quei risultati debbano derivare dalla qualità dei servizi e non da rialzi tariffari.
SFORBICIATA SU PREFETTURE. Si va verso un taglio netto che potrebbe portare anche a un dimezzamento, quel che ne rimarrà andrà a finire nell’Ufficio territoriale dello Stato, punto di contatto unico tra P.A. periferica e cittadini. Si farà piazza pulita degli uffici doppioni tra ministeri e Authority, si tratta di interventi di Spending Review che si ritrovano anche nel taglio alla spesa per intercettazioni.
PRATICHE DIMEZZATE PER GRANDI OPERE. Un ‘taglia burocrazia’, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale. Scatta la possibilità di attribuire poteri sostituitivi al premier.
SILENZIO ASSENSO TRA AMMINISTRAZIONI. In caso di contese tra amministrazioni centrali su nulla osta e altri concerti sarà il premier a decidere, dopo un passaggio in Cdm.
E’ fissato anche un tetto per ottenere il sì: massimo 30 giorni, che diventano 90 in materia di ambiente, cultura e sanità. Sulla stessa linea le misure per sbloccare la conferenza dei servizi.
GHIGLIOTTINA SUI DECRETI. Una forbice che mira a sbrogliare la matassa di rinvii a provvedimenti attuativi.
Tutto passa per una delega al Governo, chiamato a fare una cernita andando a guardare alle disposizioni degli ultimi tre anni (esclusi i decreti legislativi).
POTERI A PALAZZO CHIGI. Verranno precisate le funzioni di palazzo Chigi per il mantenimento dell’unità di indirizzo. Un rafforzamento della collegialità che si ritrova anche nelle nomine di competenza, in modo che le scelte passino per il Cdm.La delega riguarda pure la definizione delle competenze in materia di vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate).
UNO STATUTO E UN NUOVO CAPO PER P.A. DIGITALE. Arriva la ‘carta della cittadinanza digitale’, con il Governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc.
BOLLETTE ELETTRONICHE DA PAGARE CON SMS. I pagamenti verso la P.A, come bollette e multe, potranno avvenire anche ricorrendo al credito telefonico (ricaricabili o abbonamenti) purché si tratti di micro-somme (presumibilmente sotto 50euro).Il versamento potrà quindi essere eseguito con un semplice sms.
FREEDOM OF INFORMATION ACT ITALIANO. Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P.A. Lo scopo è quello di spalancare gli archivi pubblici, anche se restano dei limiti.
NUMERO UNICO PER EMERGENZE. Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato. Addio a tutti gli altri numeri (113, 115, 118).
UN SOLO LIBRETTO PER AUTO. Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione. Si va infatti verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.
tratto da il Sole 24 Ore – 22 luglio 2015