Il ministro al tavolo con le parti sociali: «Sempre lavorato per l’accordo». Nasce l’Assicurazione per sostenere il reimpiego
È una settimana «decisiva» per la definizione dell’accordo sulla riforma del mercato del lavoro. Lo ha sottolineato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, al tavolo con le parti sociali attualmente in corso presso il ministero di via Flavia. Il premier Monti e il ministro – viene riferito – intendono chiudere tra il 21 e il 23 marzo: il governo «ha sempre lavorato per l’accordo con le parti sociali». L’obiettivo principale della riforma, ha spiegato l’esecutivo, è la riduzione dei livelli di disoccupazione del Paese, portandola «al 4-5% strutturale». Questo è «un tassello essenziale ai fini della crescita, con un forte coinvolgimento del sud. Non c’è crescita senza equilibrio tra nord e sud».
GLI AMMORTIZZATORI – I nuovi ammortizzatori andranno a regime dal 2015 e i fondi per finanziarli «non saranno presi dal fondo sociale» ha affermato il ministro, secondo quanto riferito dalle agenzie. «Il governo – ha detto ancora il ministro Fornero – si impegna a trovare le risorse al di fuori dei capitoli di spesa sociale».
L’ASSICURAZIONE SOCIALE – La riforma degli ammortizzatori sociali sarà incentrata tra l’altro sulla creazione dell’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi). Si tratta di una forma di tutela e di sostegno al reimpiego. L’Aspi sostituirà tutto quanto oggi non rientra nella cassa integrazione ordinaria (e la parte di Cig straordinaria che resterà dopo la riforma) comprendendo indennità di mobilità, incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti, una tantum co.co.pro e altre indennità. Si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e ai lavoratori pubblici con contratto non a tempo indeterminato. Come requisiti per accedere al sostegno nella proposta del ministro si ipotizzano due anni di anzianità assicurative e almeno 52 settimane ultimo biennio. Dodici mesi per la durata, che salgono a 15 per i lavoratori sopra i 58 anni. L’importo per la simulazione ipotizzata al tavolo è di circa 1.119 euro, con abbattimento dell’indennità del 15 per cento dopo i primi sei mesi, e di un ulteriore 15 per cento dopo altri sei mesi.
CIGS E CONTRATTI – Sono nel frattempo emerse alcune delle linee guida che l’esecutivo intende seguire. La cassa integrazione straordinaria, ad esempio, «resterà, non scompare» ha puntualizzato il ministro spiegando che «si elimina solo la causale per cessazione attività». Quanto ai contratti di lavoro, quelli a tempo determinato nelle intenzioni del governo «dovranno costare un po’ di più».
La nuova assicurazione sociale per l’impiego «Aspi» sostituirà, tutto quanto oggi non rientra nella cassa integrazione ordinaria (e la parte di Cig straordinaria che resterà dopo la riforma) comprendendo indennità di mobilità, incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti, una tantum co.co.pro e altre indennità. Si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti privati e ai lavoratori pubbici con contratto non a tempo indeterminato. Come requisiti per accedere al sostegno nella proposta del ministro si ipotizzano due anni di anzianità assicurative e almeno 52 settimane ultimo biennio. Dodici mesi per la durata, che salgono a 15 per i lavoratori sopra i 58 anni. L’importo per la simulazione ipotizzata al tavolo è di circa 1.119 euro, con abbattimento dell’indennità del 15 per cento dopo i primi sei mesi, e di un ulteriore 15 per cento dopo altri sei mesi. L’aliquota contributiva sarà dell’1,3 per cento, incrementata di 1,4 per cento per i lavoratori non a tempo indeterminato.
Corriere.it – 12 nmarzo 2012