Sconti fiscali tagliati del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014. A meno che non si compensi con tagli selettivi: la commissione al lavoro. E il prossimo passo è il pareggio di bilancio come obbligo costituzionale.
Il rush parlamentare ha blindato i conti pubblici per i prossimi quattro anni. Ma il cantiere non chiude. Anzi l’accelerazione parlamentare dà una spinta anche alla messa a punto dei capitoli ancora aperti. Si parte con il fisco. Già domani è previsto un nuovo incontro della commissione che sta esaminando le 483 forme di agevolazione fiscale e assistenziale. È un lavoro cruciale, che certo finirà dopo l’estate, per selezionare gli «sconti» da eliminare evitando così la rasoiata orizzontale che dal 2013 ridurrà tutte le agevolazioni del 5% e poi, l’anno successivo, del 20%. Ma non è l’unico capitolo aperto. È atteso in parlamento l’arrivo del ddl di riforma fiscale – quello con le tre aliquote Irpef al 20, 30 e 40% – ma soprattutto il disegno di legge che dovrà inserire nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio. C’è poi l’avvio dei lavori tecnici sui tagli di spesa, ora che archiviati i tagli lineari, si è passati alla filosofia della spending rewiev, cioè delle scelte di taglio selettive.
SCONTI FISCO, PER EVITARE TAGLIO 5-20% – Chiusa la manovra parte ora la corsa per mettere a punto una strategia di scelta sulle agevolazioni fiscali e assistenziali che vanno tagliate. Il tavolo di lavoro della riforma, guidato da Vieri Ceriani di Bankitalia, tornerà a riunirsi domani. Impossibile che riesca a terminare il lavoro di classificazione degli sconti, ma certo l’accelerazione impressa alla manovra, con l’avallo istituzionale della presidenza della Repubblica, avrà un impulso anche sul tavolo. Per ora i 483 sconti vengono classificati in 11 diverse tipologie. Il lavoro tecnico terminerà probabilmente a settembre. Poi spetterà alla politica scegliere dove tagliare e se, per raggiungere i risultati programmati, è possibile tener fuori dalle riduzioni le grandi poste rappresentate dagli sgravi sul lavoro e sulla famiglia. Ma la posta in gioco è proprio questa: salvaguardia delle agevolazioni per famiglia e lavoro.
PAREGGIO DI BILANCIO IN COSTITUZIONE – Il ddl costituzionale potrebbe arrivare prestissimo. Anche perchè per modificare la nostra Carta è necessario un doppio passaggio a Camera e Senato con un periodo intermedio, definito tecnicamente «di raffreddamento», di 3 mesi. La volontà di arrivare a costituzionalizzare il pareggio di bilancio è stata espressa chiaramente dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti durante il dibattito sulla manovra al Senato. Sarebbe un rafforzamento dell’articolo 81 della costituzione che prevede l’obbligo di copertura per tutti i provvedimenti di legge. La Germania ha già inserito il principio nella sua costituzione mentre in Francia Sarkozy ha presentato una proposta analoga sulla quale infuria il dibattito e che Tremonti ha esaminato con attenzione la scorsa settimana.
DA TAGLI UNEARI A TAGU SELETTIVI – La manovra non poggia solo su maggiori tasse. Un capitolo importante è rappresentato dai tagli alle spese, anche se con un nuovo approccio, quello della spending review: si è passati cioè dai tagli lineari a quelli selettivi. La manovra-lampo, però, ha per ora indicato solo l’entità dei tagli. Parte così il lavoro concreto di «cesello» nel quale ogni amministrazione dovrà scegliere, all’interno delle proprie poste di spesa, quelle da contrarre e quelle che invece vanno alimentate. I tavoli dovranno partire subito perchè l’operazione dovrà essere conclusa entro gennaio, quando partiranno i tagli con «spending review». Ma – suggeriscono gli esperti dei dossier elaborati sulla manovra – il criterio di scelta selettiva potrà essere applicato già da subito anche all’ulteriore taglio di 2,4 miliardi che è scattato per l’allungamento dei tempi della gara per le frequenze radio elettriche. [Ansa – 18 luglio 2011]