Grande soddisfazione di Coldiretti per la decisione del Senato che ha approvato la procedura d’urgenza per l’esame del disegno di legge di modifica della l.394/91 di disciplina delle aree protette, presentato nella precedente legislatura dal senatore D’Ali (v. DDL n.119, in Internet:http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/Ddliter/testi/39420_testi.htm).
Il testo del disegno di legge era stato già votato all’unaminità in Commissione Ambiente del Senato lo scorso dicembre ed ha visto accolte alcune istanze presentata da Coldiretti volte a garantire una gestione dei parchi nella quale sia finalmente valorizzata l’attività agricola secondo il principio di multifunzionalità promosso dalla Politica Agricola Comunitaria.
In particolare, è passata la richiesta di prevedere nell’ambito dei Consigli Direttivi degli enti parco un rappresentante delle Organizzazioni Professionali Agricole, motivata dal fatto che un quarto dell’agricoltura italiana ricade nelle aree protette. L’agricoltura contribuisce, in queste aree, in maniera significativa alla tutela ed al ripristino degli habitat grazie anche all’adesione da parte delle imprese agricole alle misure agro-ambientali previste dai Piani di Sviluppo Rurale.
Il voto espresso a maggioranza dal Senato consente di recuperare il lavoro svolto negli ultimi due anni, volto ad adeguare la l.394/91 al nuovo contesto agricolo-ambientale venutosi a delineare da vent’anni a questa parte, a seguito del modello di sviluppo sostenibile dell’agricoltura europea.
Ora il disegno di legge tornerà in Commissione Ambiente del Senato per essere discusso ed esaminato insieme ad altri disegni di legge presentati sulla stessa materia dalla senatrice De Petris (v. DDL n. 1004, in Internethttp://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/Ddliter/41806.htm) e dal senatore Caleo (DDL n. 1034, in Internet:http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/Ddliter/41913.htm).
E’ auspicabile che il dibattito sulla riforma della legge sulle aree protette prosegua con un approccio costruttivo, finalizzato a ridisegnare un modello di gestione dei parchi dove si possa conciliare la tutela ambientale con l’esercizio delle attività agrosilvopastorali secondo un modello di sviluppo sostenibile che fuoriesca dalla logica del “parco uguale museo” nell’ambito del quale sono imposti solo vincoli e restrizioni, modello che negli anni ha mostrato tutti i suoi limiti impedendo che le aree protette potessero essere adeguatamente valorizzate sotto il profilo ambientale ed economico divenendo esse stesse motore di sviluppo del territorio.
Gli agricoltori che esercitano la loro attività nei parchi hanno necessità, oggi, di poter contare su una gestione delle aree protette che le metta nelle condizioni di svolgere non solo la propria attività d’impresa, ma di erogare quei servizi ambientali che la collettività richiede all’agricoltura e che consentono di alimentare lo sviluppo del turismo e dell’artigianato creando così le condizioni per una crescita economica del territorio anche là dove la tutela ambientale costituisce un obiettivo prioritario.
Ostacolare questo nuovo modello di sviluppo delle aree protette avrebbe come conseguenza quella di penalizzare proprio la tutela ambientale, visto che oggi non è più possibile puntare solo sui finanziamenti pubblici per gestire contesti ambientali i cui costi di gestione sono ormai insostenibili, ma è necessario puntare ad una giusta combinazione di interventi del pubblico e del privato e, quindi, soprattutto delle imprese, che possono rispondere nel modo più efficiente possibile alla richiesta della collettività di poter cogliere tutti i benefici possibili dalla conservazione della natura.
Il Punto Coldiretti – 17 settembre 2013