Nuova giornata “frenetica” sulla riforma del mercato del lavoro. Susanna Camusso (Cgil) attacca: nel testo finale «oggettivi arretramenti» e «troppa frettolosità sugli ammortizzatori sociali». Replica il ministro Fornero: dalla riforma contributo alla crescita del Paese. Mentre arriva l’allarme della Bce su un ulteriore peggioramento della crisi occupazionale, continuano in Commissione lavoro al Senato le audizioni per trovare la quadra sul disegno di legge. Il segretario del Pdl Angelino Alfano incontra le associazioni datoriali per discutere le modifiche da introdurre nel corso dell’iter parlamentare. Venerdì Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza a Roma su esodati e ricongiunzioni onerose. Martedì 24 aprile il termine per la presentazione degli emendamenti, entro il 2 maggio il via libera della commissione.
12 aprile 2012
Riforma del lavoro al Senato, iniziato l’esame in commissione. Via alle audizioni delle parti sociali
(11 aprile 2012) E’ iniziato stamane l’esame in commissione Lavoro del Senato della riforma Fornero. I lavori sono stati aperti dagli interventi dei due relatori al Ddl, Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Pdl), alla presenza del ministro del Welfare che potrebbe essere ascoltata nei prossimi giorni. Poi, a partire dalle ore 15, si terranno le prime audizioni delle parti sociali, secondo una “road map” decisa ieri sera dall’ufficio di presidenza della Commissione Lavoro di palazzo Madama. I senatori ascolteranno, nell’ordine, le ragioni di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confindustria per poi entrare nel vivo dell’esame forse già a partire dalla prossima settimana. «Le consultazioni saranno molto approfondite», ha assicurato uno dei due relatori, Maurizio Castro.
Ma l’esame della riforma del lavoro dovrà viaggiare «in tempi assolutamente celeri» ha detto il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Pasquale Giuliano. Le audizioni (oggi si stilerà il calendario di giovedì) si dovranno chiudere entro il 18 aprile. Mentre la discussione generale e il voto sull’articolato è previsto per fine mese, con l’approdo in aula del Ddl indicato per i primi di maggio.
Il ministro del welfare, Elsa Fornero, mostra disponibilità ad introdurre eventuali modifiche al ddl lavoro sulle norme che riguardano la flessibilità in entrata. Purché, ha precisato uscendo dalla seduta della commissione, idee alternative consentano di combattere gli abusi. «Abbiamo esaminato varie forme di contratto per evitare gli abusi. Se abbiamo commesso qualche interpretazione poco corretta, siamo disponibili a riconoscerlo. Se qualcuno indica altre strade per combattere gli abusi ci va benissimo – precisa Fornero – La riforma è importante per il Paese, il Governo non ha la pretesa di sapere tutto». Il ddl lavoro «non é un testo definitivo, può essere migliorato mantenendo l’equilibrio complessivo senza arretramenti».
Senza sosta è però il pressing dei partiti per ulteriori modifiche. Il Pdl continua a chiedere innovazioni sul fronte della flessibilità in entrata, mentre il Pd guarda agli ammortizzatori sociali. Pronte a dare battaglia anche le opposizioni: l’Italia dei Valori è tentata dall’ostruzionismo. E la Lega che in commissione Lavoro a palazzo Madama conta tra le proprie fila Rosy Mauro, potrebbe cercare di dare filo da torcere durante i lavori con l’obiettivo di distogliere il proprio elettorato dalle questioni giudiziarie che stanno tenendo sotto assedio il Carroccio.
Se tutti, Governo compreso, sembrano aprire alla possibilità di modifiche, seppure di portata ridotta in modo da non toccare l’impianto complessivo del provvedimento, quasi nessuno fa però mostra (almeno non ancora) di voler mettere mano all’intesa sull’articolo 18. Anche Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro e ora relatore al Ddl Fornero, ha ribadito come l’intesa sull’art. 18 «non dovrà essere toccata». Si aprono invece alcuni spiragli per modificare le norme sui contratti d’ingresso nel mondo del lavoro. «Il clima sembra buono» ha detto Giuliano Cazzola (Pdl) che ha chiesto interventi ad hoc per escludere i periodi di somministrazione dal tetto dei 36 mesi di durata massima dei contratti a tempo determinato e per tutelare il vero lavoro autonomo (partite Iva e collaborazioni). Nel mirino, secondo Cazzola, anche quella sorta di «imponibile di manodopera» che esiste nel caso di assunzione di apprendisti: «Non si capisce – ha detto – perché vi debbano essere dei vincoli assuntivi sia pure del 30% nei primi tre anni».
Cesare Damiano (Partito democratico) ha annunciato invece la presentazione di proposte «che rendano gli ammortizzatori sociali maggiormente inclusivi per i lavoratori flessibili. Ci sembra sproporzionata – ha evidenziato – la richiesta di aumento dei contributi previdenziali fino al 33% per i lavoratori a progetto a fronte di una tantum di poche migliaia di euro l’anno in caso di disoccupazione». E per i giovani che vengono utilizzati con tirocini e stage, ha aggiunto Damiano, «va previsto un compenso mensile a partire dell’inizio della loro attività, se vogliamo sconfiggere la logica dell’utilizzo gratuito nel lavoro delle giovani generazioni». Sul fronte sindacale, da segnalare, come la Cgil, che ieri ha riunito la segreteria allargata ai leader delle categorie e dei territori, intenda «presidiare» la discussione sul Ddl Fornero al fine di «migliorarlo» a partire da precarietà e ammortizzatori. Non bisogna «smobilitare», né abbassare la guardia, è la posizione ribadita dalla leader, Susanna Camusso. Che come Cisl, Uil e Ugl punta il dito anche sulla crescita e sul fisco, chiedendo la riduzione delle tasse sui lavoratori dipendenti e i pensionati; oltre a ottenere provvedimenti per la crescita e l’occupazione. «Occorre unificare gli sforzi per convincere il Governo ad aprire il capitolo delle tasse e della crescita», ha insistito il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni. E su questo «come sindacato siamo pronti a mobilitarci per ottenere questa svolta nella politica economica», ha aggiunto.
ilsole24ore.com – 11 aprile 2012