Visto che non era poi così difficile? Mentre qui si chiacchiera senza costrutto sul destino delle Province, dalla Sardegna, dove un referendum ne ha cancellate metà, arriva un segnale importante.
Il «sì» dei cittadini sardi all’abolizione di Ogliastra, Medio-Campidano, Carbonia-Iglesias e 01bia-Tempio Pausania è una crepa nel muro che minacciava di resistere anche al decreto «salva Italia». Una barriera eretta da quanti confidavano che il sistema delle Province alla fine, magari con qualche modesto sacrificio, sarebbe comunque sopravvissuto. C’è da dire che l’esistenza in vita dei quattro enti in via di sparizione come conseguenza del voto era scarsamente difendibile: almeno in base ai numeri. Le Province in questione sono nate nel 2005. La più grande, Olbia-Tempio Pausania, ha 157 mila abitanti La più piccola, Ogliastra, non arriva a 58 mila. Ci abita meno gente che nel Comune di Fiumicino. Ma non basta. I consiglieri provinciali sono cento. Ognuna di queste quattro Province ha poi addirittura due capoluoghi, con situazioni ai confini della comicità. Prendiamo l’Ogliastra: a Tortoli 1o.838 abitanti, ha sede il consiglio provinciale; a Lanusei, 5.655 anime e 19 chilometri di distanza, si riunisce invece la giunta. Idem, con qualche variante, accade nelle tre restanti Province. Tutto questo non è certamente gratis. Commentando il risultato del referendum in Sardegna l’Istituto Bruno Leoni ricorda come Andrea Giuricin, nel libro Abolire le Province curato da Silvio Boccalatte per Rubbettino-Facco, avesse fatto alcuni calcoli interessanti sul costo di quegli enti. E lo stesso autore oggi invita ad assumere la vicenda sarda come «esempio di moltiplicazione delle spese dovute all’istituzione di una nuova Provincia». Il caso di scuola è quello di Carbonia-Iglesias, i cui 23 Comuni appartenevano in precedenza a Cagliari. Già nel 2007 il bilancio preventivo della Provincia prevedeva un costo di 3o milioni di euro. Contemporaneamente, anziché diminuire, le spese della Provincia cagliaritana che aveva perduto tutti quei municipi erano invece salite a 172 milioni dai 133 del 2oos.
Sergio Rizzo – Corriere della Sera – 8 maggio 2012