Il Corriere del Veneto. In tredici Comuni trevigiani ci sono così tante positività che la soglia di allarme è stata abbondantemente superata: più di 400 casi settimanali su 100 mila abitanti. In poche parole, significa che un territorio di medie dimensioni, di circa 20 mila abitanti, ha registrato quasi cento casi in sette giorni. Il Sisp dell’Usl 2 sta tenendo sotto stretta osservazione il propagarsi del virus. «I Comuni con le prevalenze maggiori sono quelli in cui sono emersi più casi nelle scuole, un pulviscolo di classi con positività fra i ragazzi» spiega il direttore generale Francesco Benazzi.- L’ospedale di Conegliano apre di nuovo ai pazienti Covid, raddoppiano i letti di malattie infettive di Treviso, otto postazioni di terapia intensiva sono già pronte per affrontare eventuali nuovi accessi gravi: l’impennata di casi è così elevata che bisogna trovare nuove soluzioni per farsi trovare preparati. I ricoveri nella Marca sono più che raddoppiati in dieci giorni, erano 74 il 20 novembre, 164 nella giornata di ieri, con cinque accessi in più in 24 ore. Sono lontani dagli oltre quattrocento dello stesso periodo del 2020, la seconda tragica ondata epidemica, ma l’impennata è così rapida che preoccupa.
Sono quasi tutti trevigiani non vaccinati: per loro non basta l’immunità di gregge creata da chi ha scelto di proteggersi. In una settimana l’Usl 2 ha dovuto accogliere sessanta pazienti, alcuni ricoverati direttamente nelle aree più critiche con necessità di intubazione perché la capacità respiratoria è molto ridotta.
È una fase difficile per l’azienda sanitaria, il contact tracing rincorre il virus con settanta operatori. Ieri nella Marca sono stati censiti 475 casi e anche la curva dei contagi si sta avvicinando in modo preoccupante a quella dello scorso anno, ma con una differenza: sono i trevigiani non vaccinati ad essere più colpiti dall’infezione. La Marca era arrivata a duemila casi mensili (su 100 mila abitanti) a metà novembre nel 2020; se l’impennata continuerà con questo ritmo, lo stesso parametro sarà toccato dai soli soggetti non protetti entro pochi giorni.
Conegliano si aggiunge agli ospedali di Treviso, Vittorio Veneto e Montebelluna: sono 149 i pazienti in area non critica e 15 quelli in terapia intensiva, 4 in più del giorno precedente. «Abbiamo otto posti di terapia intensiva “di riserva”, quattro a Treviso, due a Conegliano e due a Montebelluna – annuncia il dg Francesco Benazzi -. Non ci faremo prendere alla sprovvista. La crescita di casi e ricoveri è così veloce che dobbiamo prevedere di ampliare i reparti». Il reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello passa da 30 a cinquanta posti.
Fino ad ora sono solo due i reparti ordinari che hanno subito modifiche e chiusure, entrambi a Treviso: l’ortopedia maschile e femminile è stata accorpata e il day surgery è stato sospeso fino a marzo. Era necessario per recuperare personale da dedicare all’assistenza Covid. L’azienda sanitaria ha dovuto dirottare infatti gli operatori nel settore di emergenza epidemica: oltre ai trenta già messi a disposizione, per gestire pazienti e posti letto una decina di medici e una ventina di infermieri sono stati spostati.
Mancano comunque collaboratori: il contratto del personale a tempo determinato (quelli garantiti dall’ex commissario Arcuri per dare supporto agli ospedali) è stato prorogato fino a marzo, quindi qualche operatore rimarrà in servizio. Per il resto, l’Usl 2 si sta affidando ad agenzie interinali e ai dipendenti che coprono i turni dei colleghi assenti per sospensioni in violazione dell’obbligo vaccinale.
In tredici Comuni trevigiani ci sono così tante positività che la soglia di allarme è stata abbondantemente superata: più di 400 casi settimanali su 100 mila abitanti. In poche parole, significa che un territorio di medie dimensioni, di circa 20 mila abitanti, ha registrato quasi cento casi in sette giorni. Il Sisp dell’Usl 2 sta tenendo sotto stretta osservazione il propagarsi del virus. «I Comuni con le prevalenze maggiori sono quelli in cui sono emersi più casi nelle scuole, un pulviscolo di classi con positività fra i ragazzi» spiega il direttore generale Francesco Benazzi.
Al momento, nella provincia di Treviso ci sono 203 classi in quarantena e 184 in monitoraggio: il numero così alto di quarantene però dipende dalla circolare (poi revocata) del ministero della salute, in cui venivano previste anche per un solo caso fra i ragazzi. Sono però 387 i gruppi in cui il virus è emerso, in alcuni di questi con più di tre casi all’interno della stessa aula, e la scuola rimane uno dei settori principali su cui focalizzare l’attenzione.
Le zone in cui il Covid sta battendo più forte sono ancora i distretti di Asolo e Pieve di Soligo, nonostante un piccolo rallentamento delle ultime 24 ore. La protezione di massa però aumenta: ogni giorno sono oltre seimila le terze dosi di vaccino che vengono somministrate nella Marca.
«Molti stanno anche chiedendo di anticipare» evidenzia Benazzi: ora si può ricevere la dose booster cinque mesi dopo il completamento del ciclo, e tanti avevano già preso appuntamento dopo i sei mesi, come inizialmente previsto. Il portale ogni giorno registra migliaia di accessi.
Ma fra chi si reca negli hub vaccinali ci sono anche sempre più persone che chiedono la prima dose: forse sono stati convinti dal super green pass che entra in vigore la prossima settimana, ma sono passati in breve tempo da due, trecento al giorno, ai settecento di ieri. Quasi triplicati. La prima dose rimane ad accesso libero, non serve prenotare, e questo crea problemi nei centri: i non ancora vaccinati passano davanti a chi si è registrato. C’è chi lamenta rallentamenti dovuti a queste code non previste. «Per noi è molto importante che chi non aveva ancora ricevuto il vaccino comprenda l’importanza della protezione dal Covid» precisa il dg. Cominciano ad arrivare però anche le lamentele di chi non trova posto: «Questa settimana abbiamo ancora 2.700 slot liberi – spiega Benazzi -. Magari non vicino casa, però spostandosi nel resto dell’Usl ci sono disponibilità. Dalla prossima settimana tutto sarà più facile. Abbiamo aperto un nuovo centro ad Asolo che farà mille iniezioni al giorno, e ne apriremo uno nell’area fra Conegliano e Vittorio Veneto entro mercoledì prossimo, anche questo per mille al giorno. Arriveremo così ai 9 mila quotidiani che ci sono stati richiesti dalla Regione Veneto».