Il Corriere del Veneto Aumentano i ricoveri per Covid-19, trascinati verso l’alto soprattutto da cinquantenni non vaccinati. Secondo l’ultimo report della Regione, il 24% dei residenti tra 50 e 59 anni deve ancora ricevere la prima dose. Nelle ultime 24 ore il Veneto ha registrato altri 604 contagi (incidenza dell’1,26% contro il 2,3% di media nazionale), per un totale di 442.718 dall’inizio dell’epidemia, e un decesso (ora le vittime sono 11.650). I ricoveri in Malattie infettive e Pneumologia salgono a 206 (+24), in Terapia intensiva passano a 23 (-1). «C’è un timido incremento delle ospedalizzazioni — conferma il governatore Luca Zaia — è lento, per fortuna, però lo monitoriamo con attenzione. Anche se non siamo in emergenza, un po’ di preoccupazione c’è: fa riflettere il fatto che l’80% dei degenti Covid non sia vaccinato (a luglio in area medica la percentuale era dell’85%, per salire al 98% in Rianimazione, ndr ). Il discorso vale anche per i 23 pazienti in Terapia intensiva, la cui età media si aggira sui 50 anni».
L’altro lato della medaglia porta buone notizie. «Gli esperti sostengono che dopo la metà di agosto, al massimo a fine mese, dovremmo arrivare al giro di boa — annuncia il presidente —. Significa che i contagi inizieranno a scendere. Il modello previsionale evidenzia inoltre che nelle prossime settimane la quasi totalità dei ricoverati per il virus riguarderà soggetti non immunizzati, a riprova del valore fondamentale della vaccinazione. Abbassa l’impatto della malattia ed evita l’ingresso in Rianimazione. I vaccini ci sono, non abbiamo problemi di rifornimento — esorta Zaia — chiunque può prenotare la somministrazione in qualsiasi momento, anche con un preavviso di un quarto d’ora. Ci sono ancora 100mila posti disponibili e per agosto preventiviamo un milione di dosi Pfizer Biontech e Moderna, grazie anche all’abilità dei nostri sanitari di ricavare rispettivamente 7 e 11 unità da ogni fiala dei due sieri». Il 63,2% dei veneti ha completato il ciclo vaccinale, il 72,4% ha assunto la prima dose. Per associazioni e squadre di calcio c’è anche la possibilità di chiedere all’Usl di riferimento una seduta collettiva in loco, evitando di far spostare decine di persone nei Covid Point. Apripista le giovanili del Mogliano Calcio, compresi i genitori degli atleti.
C’è però un problema: non tutti i vaccinati riescono a scaricare il Green Pass dal sito www.dgc.gov.it/web/. Da qui l’appello del presidente: «Riceviamo tante segnalazioni in merito, è inutile promulgare una legge se poi non si riesce a farla funzionare. Chiedo al ministero della Salute di risolvere il disservizio aggiornando l’Anagrafe vaccinale nazionale (il Veneto è stato il primo ad averla, ndr )».
Novità invece sul fronte della scuola, che la Regione intende riprendere in presenza, «senza soluzioni miste con la Dad». E allora, per alzare il livello di sicurezza in attesa che la maggioranza dei ragazzi tra 12 e 18 anni assuma l’anti-Covid (il 39,5% ha ricevuto la prima dose e solo il 18,6% anche la seconda), si sta validando il test salivare per poterlo poi introdurre alle medie e alle superiori. «A settembre riproporremo il progetto Scuole sentinella sperimentato quest’anno in un campione di istituti grazie alla collaborazione con l’Università di Padova, che ha screenato gli alunni proprio con il test salivare, decisamente meno invasivo — precisa il governatore —. Questo protocollo ci è stato chiesto dal generale Francesco Figliuolo, commissario per l’emergenza, e noi glielo abbiamo inviato. Ora chiederò all’Ateneo di Padova di aggiornarlo». Quanto all’obbligo di vaccinazione del personale scolastico (la copertura dei 107.469 dipendenti è salita all’85,5%), ragiona Zaia: «I docenti sono figure istituzionali e devono dare l’esempio. Se vogliamo mettere in sicurezza le scuole, dobbiamo chiedere loro questo sacrificio. Rispetto chi ha paura dei farmaci ma se tutti avessimo paura dell’anti-Covid, oggi saremmo di nuovo in ginocchio».
Probabilmente anche da un punto di vista economico. Stando a una prima elaborazione, l’emergenza è costata a Palazzo Balbi un miliardo di euro, tra dispositivi, personale, strumentazioni. «Solo di siringhe abbiamo speso 200mila euro — chiude Zaia — e poi ci sono i tamponi. Al prezzo di 10 euro al giorno, arriviamo a picchi di spesa di 500mila euro in 24 ore. Va detto che dal ministero della Salute arrivano risorse».