CEIRSA. L’EFSA ha pubblicato i risultati dei controlli svolti presso gli Stati della UE nel corso del 2019 per monitorare la presenza di residui di medicinali veterinari e di alcune altre sostanze negli animali vivi e nei prodotti di origine animale. In Unione Europea nel 2019, su un totale di 368.594 campioni mirati provenienti dai Piani nazionali residui di 27 dei 28 Stati Membri dell’UE, 1.191 sono risultati non conformi (pari allo 0,32%). In Italia, in attuazione del Piano Nazionale per la ricerca di Residui del 2019, sono stati analizzati 31.705 campioni mirati (pari all’8,6% dei campioni sottoposti ad analisi in UE). Di questi, sono risultati irregolari per la presenza di residui 26 campioni (pari allo 0,08%). La maggior parte delle non conformità hanno riguardato gli antibiotici.
Le categorie di animali e prodotti di origine animale contemplati nel monitoraggio sono: bovini, suini, ovini e caprini, equini, pollame, conigli, selvaggina allevata, selvaggina cacciata, acquacoltura, latte, uova e miele.
In Unione Europea nel 2019, su un totale di 368.594 campioni mirati provenienti dai Piani nazionali residui di 27 dei 28 Stati Membri dell’UE, 1.191 sono risultati non conformi (pari allo 0,32%). Tale percentuale è comparabile con quelle dei 10 anni precedenti (0,25%-0,37%) e risulta in linea con il 2018 (0,3%).
Rispetto al 2018, nel 2019 la frequenza dei risultati non conformi è stata leggermente maggiore per:
- agenti antitiroidei-A2 (da 0,51% nel 2018 a 0,58% nel 2019);
- steroidi-A3 (per il 2018: bovino 0,16%, cavallo 0,45%, maiale 0,73%; per il 2019: bovino 0,51%, maiale 0,45%, ovicaprini 5,23%).
Anche nel gruppo B3 (altre sostanze e contaminanti ambientali), gli elementi chimici(B3c) hanno avuto una percentuale complessiva di campioni non conformi (4,21%), in aumento rispetto al 2018 (3,24%). Gli elementi maggiormente rilevati sono stati cadmio, piombo, mercurio e rame.
Per gli antibatterici-B1, lo 0,14% dei campioni è stato non conforme. La categoria con la più alta percentuale di non conformità è il miele (0,98%).
Lievi diminuzioni rispetto al 2018, sono invece state registrate per:
- lattoni dell’acido resorciclico-A4 (0,15% nel 2018 e 0,11% nel 2019 per zearalanone e derivati);
- sostanze proibite-A6 (0,03% nel 2018 e 0,01% nel 2019);
- coccidiostatici-B2b (0,16% nel 2018 e 0,05% nel 2019).
Per quanto riguarda i coccidiostatici nei polli, il decremento è stato importante negli ultimi 10 anni a seguito dell’attuazione della direttiva 2009/8/CE sui tenori massimi di coccidiostatici o istomonostatici presenti per effetto di carryover inevitabile in mangimi destinati a specie non bersaglio.
Per gli altri gruppi di sostanze, non ci sono state variazioni degne di nota rispetto al 2018 e al 2017.
In Italia, in attuazione del Piano Nazionale per la ricerca di Residui del 2019, sono stati analizzati 31.705 campioni mirati (pari all’8,6% dei campioni sottoposti ad analisi in UE). Di questi, sono risultati irregolari per la presenza di residui 26 campioni (pari allo 0,08%). La maggior parte delle non conformità hanno riguardato gli antibiotici.
Le percentuali di positività riscontrate nei campioni italiani sono inferiori a quelle calcolate sulla media dei Paesi europei.
Sulla base dei dati contenuti nel rapporto, si evidenziano alti tassi di conformità per quanto riguarda i livelli di sicurezza raccomandati nell’Unione europea.
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