E’ disponibile il Report finale dell’audit condotto dalla Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare della Commissione europea in Italia dall’11 al 15 novembre 2019 per valutare l’applicazione delle misure di prevenzione e controllo dell’Influenza aviaria con particolare riferimento all’efficacia (in termini di attuazione) delle misure adottate nelle popolazioni di pollame colpite; all’attuazione del piano di emergenza, al rispetto delle norme relative alle spedizioni per gli scambi all’interno dell’UE di partite di pollame vivo, pulcini di un giorno e uova da cova.
Le autorità competenti italiane hanno contenuto efficacemente la diffusione dell’influenza aviaria ad alta patogenicità durante la prima ondata dell’epidemia avvenuta tra dicembre 2016 e maggio 2017.
Sebbene il rischio rappresentato dagli uccelli selvatici per la trasmissione della malattia nelle aree colpite fosse molto elevato, l’applicazione di buone misure di biosicurezza e alti livelli di consapevolezza nel settore avicolo hanno contribuito a prevenire un’epidemia più ampia
Durante la seconda ondata dell’epidemia, tra luglio e novembre 2017, c’è stato un rapido aumento del numero di focolai mentre la malattia si diffondeva tra le aziende avicole nelle principali aree colpite del Nord Italia. Il ceppo virale coinvolto, che era altamente trasmissibile, e le condizioni meteorologiche hanno probabilmente contribuirono a quella situazione.
La durata e l’estensione dell’epidemia sono probabilmente dipese da ritardi nell’attuazione dell’abbattimento in aziende avicole già infette o ad alto rischio di infezione e la mancanza di adeguate misure di biosicurezza per prevenire la diffusione in aree con un’alta densità di pollame.