Un piccolo ma importante passo per la salute animale: l’uso di antimicrobici negli allevamenti di tutto il mondo ha mostrato una diminuzione complessiva del 27%, tra il 2016 e il 2018, secondo i dati riportati all’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah). Anche l’uso di antibiotici negli animali sani per stimolare la crescita non è più una pratica in quasi il 70% dei Paesi intervistati.
Il monitoraggio del Woah
L’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah), prima conosciuta come Office international des epizooties (Oie), dal 2015 è impegnata nella raccolta di dati sull’uso degli antimicrobici negli animali e pubblica il report sui trend. Nonostante le interruzioni causate dal Covid-19, quasi 160 Paesi hanno partecipato all’ultimo round di raccolta dati e alcuni di loro hanno anche pubblicato le proprie informazioni su piattaforme nazionali. “In un mondo più globalizzato e interconnesso che mai, questo è un passo avanti positivo – ha detto Monique Eloit, direttrice generale del Woah – in quanto mostra che un numero crescente di allevatori, proprietari di animali e professionisti della salute degli animali in tutto il mondo stanno adattando le loro pratiche per utilizzare gli antimicrobici in modo più prudente. Questi sforzi contribuiscono a proteggere la salute di tutti. Ma è necessario fare molto di più per preservare le nostre opzioni terapeutiche e superare la diffusione delle malattie infettive”.
I superbatteri
Il monitoraggio serve a combattere la resistenza antimicrobica che viene accelerata dall’uso eccessivo o improprio degli antimicrobici, che possono esercitare una pressione selettiva affinché gli agenti patogeni con tratti di resistenza sopravvivano e prosperino. Questi “superbatteri” possono viaggiare attraverso corsi d’acqua, suolo e aria, infettando tutti gli esseri viventi, indipendentemente dalla loro specie, lungo il percorso. La resistenza antimicrobica è quindi una minaccia silenziosa non soltanto per gli animali, ma anche per l’uomo, le piante e l’ambiente.
La resistenza antimicrobica
Soltanto nel 2019, circa 1,27 milioni di persone sono morte a causa di batteri resistenti ai farmaci antibiotici, secondo uno studio pubblicato su The Lancet. Tuttavia, la percentuale di queste morti legate alla resistenza antimicrobica negli animali rimane ancora poco chiara. Il fenomeno può originarsi in popolazioni animali, umane o vegetali, ma poi rappresenta una minaccia per tutte le altre specie. Per frenarlo efficacemente, tutti i settori devono unire le forze e adottare un approccio One Health.
Impegno globale
“Con l’aumento della proporzione di agenti patogeni resistenti agli antimicrobici, gli sforzi della comunità scientifica per accelerare lo sviluppo di nuovi antibiotici e farmaci per combattere i superbatteri dovrebbero raddoppiare – ha affermato il Javier Yugueros-Marcos, responsabile della resistenza antimicrobica e dei prodotti veterinari del dipartimento dell’Organizzazione mondiale per la salute animale -. Soprattutto, dobbiamo vedere un maggiore uso di alternative come i vaccini e promuovere rapide soluzioni come lavarsi le mani con acqua saponata e cambiare vestiti e stivali prima di trattare o trattare gli animali”.
Annual Report on Antimicrobial Agents Intended for Use in Animals
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