I soldi vanno trovati. Quindi servono i tagli. Sul cosa tagliare si può discutere. Insomma l’importo dei tagli previsti dalla legge di Stabilità per le Regioni – 4 miliardi – non si discute ma proposte alternative sì. Il premier Matteo Renzi è stato subito chiaro con i rappresentanti delle Regioni. «Non c’è spazio per una mediazione, i miliardi sono quattro. Da qui due strade: o lo scontro o ci sono proposte alternative su cui si lavora in queste ore» ha detto il presidente del Consiglio nell’aprire l’incontro nella Sala Verde di Palazzo Chigi con le Regioni sulla parte della legge di stabilità che le riguarda. «Sui costi standard, se voi ci siete, io ci sono. Per me la strada è la trasparenza totale di tutte le spese on-line, dal governo alle Regioni» ha detto, successivamente Renzi. «Noi interveniamo solo ex post se le cose non vanno. Se avete una risposta seria, rigorosa, noi ci siamo» ha spiegato il premier.
Il premier Matteo Renzi ha incontrato i presidenti delle Regioni alle 8 in punto come previsto, prima di un rapido Consiglio dei ministri e prima di volare a Bruxelles per il Consiglio europeo. Al tavolo erano presenti tutti i governatori, tranne il presidente della Lombardia Roberto Maroni, rappresentato da Massimo Garavaglia. Dopo lo scontro degli ultimi giorni il clima però era diplomatico e il premier e il presidente della conferenza delle Regioni Chiamparino si davano del tu.
Zaia
Quello che emerge al termine del vertice è che non sarebbe stata ancora trovata una soluzione alternativa da parte delle Regioni che si sarebbero però impegnate a farne una. «L’unica soluzione è applicare i costi standard, anche in modo coatto. Il governo li introduca a forza» ha dichiarato il governatore del Veneto, Luca Zaia, lasciando l’incontro. «Il premier Renzi ha garantito che lo farà entro fine anno. Questa è una sfida per le Regioni ma anche per il governo, in tal modo si possono risparmiare fino a 30 miliardi». Zaia ha chiarito che le Regioni presenteranno a breve un documento per evitare che il taglio dei 4 miliardi previsti dalla legge di stabilità a carico delle Regioni sia di tipo “lineare”.
Lodo Chiamparino
«È stato incontro simpatico nei toni che è sempre un aspetto non irrilevante della politica. Alcuni scambi schietti di battute non hanno intaccato il clima e il rispetto politico. L’incontro è stato approfondito con una presenza impegnata del primo ministro, che ringrazio. Il punto di convergenza per ora è stato quello che Renzi ha definito il Lodo Chiamparino, ovvero una proposta che in una settimana punti ad un lavoro congiunto per una manovra sostenibile» ha detto successivamente Sergio Chiamparino in conferenza stampa.
«L’incontro di oggi apre una fase nuova: quando ci si parla ma soprattutto si lavora insieme è sempre una buona premessa per trovare una soluzione. Siamo fiduciosi di riuscire a rendere sostenibile la manovra» ha concluso Chiamparino.
Delrio
La linea conciliante del governo è stata confermata anche dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: «Il governo sostiene con forza il principio dell’autonomia e della responsabilità, noi stiamo facendo la nostra revisione di spesa e non diamo obblighi alle regioni su come fare la loro. Ognuno fa i suoi compiti a casa. Siamo disponibili a lavorare insieme in tempi strettissimi per trovare soluzioni».
“Da parte del Governo c’è la piena disponibilità a lavorare insieme in questi giorni, nel rispetto dei saldi previsti dalla legge di Stabilità, per trovare soluzioni che consentano di rafforzare il processo di revisione complessiva dell’organizzazione della Repubblica – ha detto Delrio -. Insieme alle Regioni, abbiamo ribadito che non vogliamo tagli alla sanità e ai servizi essenziali, sarà dunque necessario trovare soluzioni per portare a termine alcune revisioni radicali della spesa, non temporanee, riuscendo a mantenere inalterata l’erogazione dei servizi in termini di qualità”.
“In questo senso – ha proseguito il sottosegretario – siamo aperti a prendere in considerazione tutte le proposte diverse da quelle da noi già ipotizzate. Ribadiamo in questo modo il nostro sostegno al principio dell’autonomia e della responsabilità. Noi, come Stato, forniamo obiettivi, ma poi saranno i vari Enti a definire autonomamente le modalità a loro più congeniali per raggiungerli. Tra questi, come Governo, riteniamo importantissima la riforma dei costi standard”.
“Il punto di convergenza per ora trovato è quello che lo stesso Renzi ha definito il ‘lodo Chiamparino’, ossia una proposta che punti, entro e non oltre 7-10 giorni, a rendere sostenibile la manovra per il Governo e le Regioni in termini di quantità e qualità dei servizi erogati, ma anche in termini di fiscalità. C’è stato un impegno comune – ha sottolineato Chiamparino – attraverso l’applicazione dei costi standard, nel razionalizzare la spesa a tutti i livelli: non solo quella delle Regioni dunque, ma anche quella degli stessi Ministeri”.
Il ‘lodo Chiamparino’, come spiegato dallo stesso presidente della Conferenza delle Regioni, dovrebbe muoversi su tre assi principali: un’accelerazione sull’introduzione dei costi standard, una revisione dei fondi inutilizzati da reinvestire in edilizia sanitaria, e, infine, l’utilizzo di fondi accontonati al ministero dell’Economia.
l nodo dei servizi. Le Regioni si sono presentate al governo con una serie di ipotesi tutte da verificare. E un punto fermo: sì alla partecipazione ai sacrifici ma senza toccare i servizi, e alla pari con i ministeri. Si va dall’idea di un’operazione di risparmi sul servizio del debito locale a quella di far scontare sui loro bilanci la razionalizzazione delle partecipate.
Sulla sanità potrebbe partire in anticipo la caccia agli sprechi e la razionalizzazione di reparti e acquisti prevista dal Patto per la salute, che potrebbe portare in dote fino a 1-1,2 miliardi. Ecco così l’idea di un’operazione di risparmi sul servizio del debito locale con una complessa operazione-derivati , l’ipotesi (sembra allo studio dell’Economia) di far scontare sui loro bilanci la razionalizzazione delle partecipate, i maggiori tagli ai ministeri.
Per la sanità il taglio arriverebbe comunque, tra 1-1,2 mld in meno, anticipando il «Patto salute» tra sprechi, reparti e strutture in eccesso, beni e servizi e centrali d’acquisto, ma non solo. Se qualcosa si perderà del Fondo 2015 da 112 mld, si potrebbe recuperare alla voce investimenti, altro tasto delicato per il Ssn.
Corriere.it e Sole sanità – 23 ottobre 2014