Bene la rateizzazione fatta da Gianni Alemanno, ma quella di Luca Zaia non funziona: su 1774 debitori hanno aderito solo 332. Inoltre la Commissione europea si dichiara “insoddisfatta” per la mancanza di dati trasmessi dalle autorità italiane. Bene la rateizzazione fatta da Gianni Alemanno, ma quella firmata da Luca Zaia non funziona: su 1774 debitori hanno aderito solo 332. Secondo la Commissione Ue, che ha pubblicato la relazione annuale sulle quote latte, la rateizzazione dei pagamenti delle multe delle quote latte fatta da Gianni Alemanno – sebbene con qualche lentezza – sta andando avanti. Ma per quanto riguarda il sistema di rimborso dei prelievi introdotto dall’Italia nel 2009 con Luca Zaia, le cose non vanno bene.
Secondo l’esecutivo europeo hanno optato per tale sistema 332 debitori (per un totale di 90,5 milioni di euro) a fronte di 1.774 debitori che non vi hanno aderito (per un totale di 535 milioni di euro). La Commissione, inoltre, si rammarica “enormemente” per la lentezza della riscossione delle multe sulle quote latte non coperte dal meccanismo di rateizzazione. E ritiene “insufficienti” le informazioni comunicate dalle autorità italiane.
Secondo la relazione della Commissione relativa alla valutazione della situazione comunicata dall’Italia in merito al recupero del prelievo supplementare dovuto dai produttori per i periodi 1995-96 e 2001-2002 la lentezza italiana è dovuta alle lungaggini dei procedimenti giudiziari da una parte, e dall’altra alla durata della procedura di riscossione degli importi al termine dell’iter giudiziario. Se la relazione italiana sulla settima rata non contiene alcuna informazione in merito, Bruxelles fa notare che fino al 2010 sono stati riscossi – al termine delle cause vinte – solo 6,8 milioni di euro. E per quanto riguarda gli importi non contestati – e quindi esigibili – fino al 2010 non erano stati recuperati circa 18 dei 66 milioni dovuti. Insomma, per l’Ue l’Italia è troppo lenta a riscuotere.
Secondo la Commissione tuttavia, i progressi compiuti dalle autorità italiane nel recupero degli importi dovuti dai produttori che hanno scelto di partecipare al regime di pagamento rateizzato, (approvato dal Consiglio nel 2003), dimostrano “una gestione relativamente adeguata”. Sebbene la puntualità non sia ai livelli degli anni passati. I servizi della Commissione hanno notato anche che la puntualità dei pagamenti della settima rata riguarda il 90,5% dei casi, cioè la percentuale più bassa registrata per le sette rate (i pagamenti effettuati entro i termini per la prima, seconda, terza, quarta, quinta e sesta rata erano pari rispettivamente al 99,6 per cento, 97,9 per cento, 99,5 per cento, 99,7 per cento, 96,4 per cento e 96,2 per cento degli importi dovuti).
La Commissione lamenta inoltre di non essere in grado – in mancanza di indicazioni relative agli importi effettivamente recuperati dai produttori – di valutare né la diligenza delle autorità italiane, né i progressi compiuti nella riscossione del corrispondente prelievo. Bruxelles ritiene “indispensabile” che le future relazioni delle autorità italiane contengano informazioni “sufficientemente particolareggiate su questo tipo di riscossione”. Quanto agli importi del prelievo non coperti dal regime di pagamento rateizzato, che sono oggetto di un’azione legale davanti alle giurisdizioni italiane, la Commissione ha già espresso, nelle sue relazioni di valutazione presentate al Consiglio nel 2010 e nel 2011, la propria “insoddisfazione di fronte all’estrema lentezza dei progressi compiuti nella riscossione dei prelievi legati alle quote latte e sostiene che le attuali modalità di recupero dei prelievi andrebbero nettamente migliorate”.
ilVelino/AGV – 17 maggio 2012