Repubblica. Un incontro «urgentissimo » con il governo. Per cercare di battere sul tempo quello che sembra ormai l’ineluttabile passaggio in giallo delle prime Regioni, probabilmente entro la fine di novembre. E anche i rianimatori lanciano l’allarme sulle terapie intensive: entro un mese e mezzo potrebbero essere al collasso in tutta Italia. Quasi all’unanimità (con la sola eccezione del presidente delle Marche Acquaroli che teme che le piazze dei No Vax si scaldino ulteriormente), i governatori spingono per il Green Pass a due velocità, l’unica misura che consentirebbe, a fronte del prevedibile ulteriore aumento dei contagi, di non tornare a chiudere le attività economiche, meno che mai a Natale. Insomma, non appena scatteranno le restrizioni previste dai diversi passaggi di zona, a doverle osservare dovrebbero essere solo i non vaccinati che potranno continuare a fare il tampone ma solo per andare a lavorare. Il Green Pass, che il governo la prossima settimana ridurrà quasi certamente da 12 a 9 mesi, dovrebbe consentire invece solo a chi è vaccinato o guarito dal Covid di poter continuare a svolgere tutte le attività senza restrizioni alla vita professionale, economica, sociale.
Le richieste delle Regioni
«Anticipare eventuali scenari di criticità e interventi condivisi partendo dalla considerazione dei danni economici incalcolabili legati all’incertezza che i prossimi passaggi di zona rischierebbero di provocare alle attività», le richieste messe sul tavolo dai governatori a cui ieri la ministra degli Affari regionali Gelmini ha garantito che, probabilmente già lunedì, troveranno un governo pronto ad ascoltarli. Nessuna intenzione di spaccare il Paese ma — questo il ragionamento della titolare degli Affari regionali — , se l’aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati. E chissà che un’altra delle richieste dei governatori, l’anticipo della terza dose per tutti e non più solo per gli over 40, non venga presto presa in considerazione per dare un’ulteriore spinta alla campagna vaccinale.
I governatori sanno di avere l’autonomia di prendere singolarmente ulteriori misure restrittive (ieri la Sicilia ha ripristinato l’obbligo di mascherina all’esterno in condizioni di affollamento e tamponi per chi arriva da Germania e Regno Unito) ma ritengono che sia necessario un quadro normativo nazionale. «Con un Green Pass a due velocità avere un’Italia arlecchino sarebbe ingestibile — dice il governatore della Liguria Toti — Non possiamo impedire di lavorare a tutti, anche a chi con testardaggine non vuole vaccinarsi, ma potremmo almeno decidere di aprire le attività secondarie, dai teatri ai cinema, dagli stadi ai centri commerciali, soltanto a chi ha il certificato verde con le due dosi fatte».
Terapie intensive a rischio I numeri dell’epidemia non lasciano sperare in un Natale troppo tranquillo. Anche ieri sono stati superati i 10.000 contagi in 24 ore (10.638) anche se, a fronte di un numero più alto di tamponi, l’indice di positività è sceso dall’1,9 all’1,7 per cento. E le vittime sono state 69, poco meno di mercoledi. Continua però la crescita dei ricoveri, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. Al momento il tasso nazionale di occupazione delle terapie intensive è al 6%, lontano dalla soglia critica anche perché in quest’ultimo anno i posti letto attivati dalle Regioni sono aumentati fino a 6.000 ma, secondo la previsione del presidente dell’Associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri Alessandro Vergallo, nella peggiore delle ipotesi tra un mese e mezzo «la situazione potrebbe di nuovo essere drammatica in tutti gli ospedali del Paese se non verranno applicate in modo stringente le norme sul Green Pass».
Il vaccino per i bambini
Entro la fine del mese dovrebbe poi arrivare la tanto attesa autorizzazione da parte dell’Ema per somministrare Pfizer anche ai più piccolii. «La valutazione della richiesta da parte di PfizerBiontech di somministrare il suo vaccino Covid nei bambini tra i 5 e gli 11 anni è già in fase avanzata e una raccomandazione dovrebbe arrivareossibilmente alla fine della prossima settimana», ha annunciato Marco Cavaleri dell’Ema che ha poi confermato l’indirizzo dell’ente regolatorio di andare ampliando la platea di riferimento della dose booster.