La maggior parte delle Regioni e non solo del Sud, hanno dichiarato oggi dopo la commissione salute che sarà quasi impossibile raggiungere l’intesa sulla proposta di riparto 2011 presentata dal ministero della Salute. Il primo che sarà preso in considerazione per il benchmark previsto dal federalismo fiscale a partire dal 2013.
E Regioni sulle barricate anche per la mobilità sanitaria. Sicilia, Abruzzo, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Molise hanno scritto al ministro della Salute Ferruccio Fazio contro l’inserimento di quella passiva nelle assegnazioni per quest’anno: le cure extra-regione, sostengono, sono “fuori controllo”, fuori dalla programmazione regionale e dalle previsioni di spesa. E si tratta di prestazioni che , sottolineano, spesso potrebbero essere traquillamente erogate dalle strutture presenti sul loro stesso territorio.
Le Regioni hanno anche chiesto un tavolo tecnico al ministro per individuare i costi legati alla mobilità extraregionale del 2010 e «al netto delle inappropriatezze e dei comportamenti opportunistici» e per stabilire criteri condivisi per il «governo programmato dei volumi e delle tipologie delle prestazioni complementari» a quelle che le stesse regioni possono fornire.
Il loro timore è di non riuscire a governare in modo efficiente la spesa. La contestazione riguarda il modo in cui sono addebitati alle singole autonomie i costi delle prestazioni erogate in mobilità extraregionale, violando, si sottolinea, il principio federalista della «perequazione orizzontale».
«Non è accettabile – scrivono a Fazio – vedersi attribuire costi per la mobilità extraregionale» dato che le prestazioni erogate, «per una quota rilevante non corrispondono al fabbisogno reale» e le strutture locali possono fornirle. Si tratta inoltre di prestazioni non «contrattualizzate ex ante nè per tipologia nè per volumi» così come prevede la normativa e l’assenza di un contratto non consente «una regressione» delle tariffe. «Non potendo» dunque fare un valutazione di qualità e di appropriatezza delle prestazioni, come avviene sul proprio territorio, sottolineano le lettere «una regione è costretta a sopportare costi normalmente non riconosciuti ai propri erogatori. Infine, la quota di inappropriatezza attribuibile a comportamenti opportunistici di erogatori di altre regioni inoltre finisce per ‘pesarè sulla valutazione complessiva delle proprie performance» in sede di valutazione, da parte del ministreo, dei livelli essenziali di assistenza.
La prossima settimana gli assessori si riuniranno ancora per formalizzare una loro proposta che sarà trasferita ai presidenti per il confronto con il Governo. E nella proposta entreranno a pineo titolo – in questo senso è stato dato mandato all’Agenas – anche una serie di indicatori, da quello di deprivazioni a quelli che analizzano la struttura del territorio, per scrivere un criterio di riparto accettabnile da tutti e che non si basi solo sulla popolazione pesata per età.
Ilsole24oresanità online
13 gennaio 2010