Il punto delle Regioni sulla manovra, ma soprattutto la lista delle modifiche che i governatori chiedono con forza al Governo perché non si arrivi a una «situazione insostenibile»
Verrà fatto e formalizzato domani, 1° settembre, in una riunione ad hoc della Conferenza delle Regioni. Intanto però molti presidenti hanni già chiarito le loro posizioni.
«Non conosciamo nel merito gli emendamenti che il Governo intende presentare per modificare il decreto legge 138, ma nel complesso quanto anticipato non risponde alla necessità di riequilibrare la manovra che per effetto del combinato disposto degli interventi finanziari degli ultimi due anni pesa per oltre il 50% sulle Regioni e sulle Autonomie locali». A dichiararlo è stato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani preannunciando che le Regioni hanno già inviato ai presidenti delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato prime proposte emendative e che la Conferenza delle Regioni, in programma domani, 1° settembre, a Roma, formalizzerà un ulteriore documento per riequilibrare una manovra che presenta tagli insostenibili per il sistema delle autonomie.
«I tagli – spiega Errani – prefigurano una situazione che non consentirà di garantire servizi fondamentali per i cittadini. Le Regioni intendono fare la loro parte in un momento in cui il Paese richiede una forte assunzione di responsabilità, ma chiedono un riequilibrio degli interventi finanziari e chiarezza sulle conseguenze delle scelte effettuate dal Governo. I nostri emendamenti, di cui torneremo a discutere anche nel corso della Conferenza delle Regioni del 1 settembre, riguardano le necessità di assicurare i servizi per il trasporto pubblico locale, la cancellazione dei ticket sanitari, il confronto sul futuro Patto per la salute (2012-2014), dove sia precisata la corrispondenza fra le risorse e i Lea, il sostegno alle politiche sociali che garantiscono servizi importanti per le fasce più deboli della popolazione, il Fondo per le Aree sottoutilizzate (Fas).Infine servono scelte chiare per lo sviluppo e la crescita, incidendo anche sugli eccessivi vincoli del patto di stabilità. Su questi temi chiediamo un confronto aperto e urgente con il Governo. Qui non è in discussione la necessità della manovra, ma occorre – conclude Errani – un impianto che la renda sostenibile sul territorio».
Secondo il presidente del Veneto, Luca Zaia «c’e’ stato uno sforzo per ridurre i sacrifici degli enti locali: un primo risultato parziale raggiunto il 29 agosto con la battaglia degli amministratori, che sosteniamo».
«Ma bisogna vigilare, in una fase importante come questa – ha aggiunto – e saremo quindi a Roma nei prossimi giorni, perché, finché la manovra non sarà approvata, nella nostra contabilità restiamo fermi al disavanzo di duecento milioni». Zaia ha poi sottolineato l’importanza della riunione di giovedì 1° settembre a Roma della Conferenza delle Regioni proprio su tutti i temi della manovra, «che ci permetterà di tirare somme e contabilità». «Anche noi – ha rilevato – abbiamo i nostri emendamenti e cercheremo di veicolarli attraverso l’attività di lobby. Perché ho l’impressione che di qui ai prossimi giorni può accadere di tutto e noi staremo qui a monitorare». Quanto poi ai temi portanti della manovra, Zaia ha aggiunto «vorremmo portare avanti la linea di non toccare le pensioni, penso che la battaglia sia ancora in fieri e non si può sapere come finirà: l’emendamento può riservare nuove sorprese. Il mondo sta cambiando – ha esteso il ragionamento Zaia – e stiamo ragionando con metodologie, come le manovre ogni 40 giorni, che prima non esistevano. Spero che si esca dalla crisi, per ridare serenità ai cittadini, soprattutto a quelli senza lavoro».
Infine Zaia ha annunciato che la Giunta regionale ha ratificato i ricorsi presentati alla Corte Costituzionale e al Tar contro la decisione statale di imporre il nuovo ticket sanitario ai cittadini veneti. «Tra l’altro siamo passati dall’originario fabbisogno di 64 milioni a 100 milioni per coprire i buchi del Sud. Su questi ticket faremo battaglia fino all’ultimo – ha affermato Zaia – e non indietreggiamo di un passo».
«E’ una battaglia di principio: se lo Stato decide di applicare una nuova tassa, la chiami tassa – ha concluso Zaia – e la applichi; se dice che vuole farla applicare alla Regione noi non ci stiamo. Qui noi facciamo di fatto i sostituti d’imposta».
Abbastanza positivo l’approccio del presidente dalla regione Piemonte per i cambiamenti in corso sulla manovra: «Grazie ai ministri per il loro lavoro sulla manovra. In un momento difficile come l’attuale hanno ottenuto di tutelare le pensioni e gli enti locali, realizzando cosi’ un passo avanti oggettivo», ha affermato Roberto Cota . «La tutela delle pensioni – ha aggiunto – è una posizione giusta di difesa dei più deboli. Lo stesso vale per i piccoli Comuni, che sono un patrimonio di identità importante e una spina dorsale del nostro territorio».
Secondo Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, il dimezzamento dei tagli a Regioni e Comuni deciso il 29 agosto al termine del vertice di Arcore, è un segnale positivo ma non e’ sufficiente.
«Indubbiamente – ha detto – ci sono passi avanti, è stata annullata una norma sciocca che cancellava i piccoli comuni e, invece, questi vengono spinti ad accorpare le funzioni, perché’ lì sta il vero risparmio». Sul dimezzamento dei tagli agli enti locali rispetto alla manovra presentata prima di ferragosto, Formigoni spiega: «Questa è la terza manovra che si abbatte su di noi in 13 mesi, con tagli che pesano per 60 miliardi sulle regioni e 15 sui comuni, anche se ce ne vengono tolti 3 miliardi, siamo sempre in presenza di tagli molto pesanti a fronte del fatto che lo Stato vede quasi inalterata la sua situazione». Insomma, «bene il dimezzamento, ma molto probabilmente non è sufficiente. Mi sarei aspettato qualcosa di più coraggioso, come la messa in vendita di parte del patrimonio statale che non e’ strategico».
Formigoni è quindi tornato sulla sua proposta di “riordino complessivo” delle istituzioni: «Benissimo l’accorpamento delle funzioni dei Comuni, bene l’eliminazione delle Province, si devono anche accorpare le Regioni. Facciamo regioni più grandi, dotate di più poteri e più concorrenziali».
«E’ positivo il fatto che il Governo abbia annunciato lo stralcio degli articoli della manovra finanziaria relativi alla riduzione di Province e piccoli Comuni, inserendo questo tema in una iniziativa legislativa che consentirà di pensare ad una riforma dell’assetto istituzionale dello Stato in maniera organica e guardando all’intero sistema Paese. Evitando con ciò anche provvedimenti parziali che avrebbero penalizzato, in maniera assolutamente ingiustificata, solo alcuni territori come l’Umbria e la Provincia di Terni», è il giudizio del presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. «L’iniziativa forte e unitaria di Regioni, Province e Comuni – ha affermato la presidente – ha sortito l’effetto sperato, e siamo d’accordo come Regioni a partecipare alla realizzazione di un disegno strategico di riforma e semplificazione del quadro istituzionale del nostro Paese. Come Regioni abbiamo sempre ribadito la volontà comune di fare la nostra parte nel contribuire al risanamento dei conti dello Stato ed alla sua riforma istituzionale, purché ci si metta nelle condizioni di poter cooperare in uno spirito di leale collaborazione istituzionale»’.
Per il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, restano però «poche luci e ancora molte ombre: le correzioni alla manovra non danno tutte le risposte necessarie lasciando Regioni e Enti locali ancora in uno stato di pesante sofferenza. Registriamo alcuni passi in avanti significativi per gli enti locali che vanno nella direzione che avevamo auspicato – aggiunge – Lo stralcio degli articoli 14, 15 e 16 dal Dl 138 ci soddisfa e risponde alla richiesta che, a nome delle Regioni, avevo avanzato durante l’incontro della scorsa settimana con il segretario Alfano. Viene premiato il lavoro che abbiamo fatto in Conferenza delle Regioni e nel confronto con il Pdl, per cercare di rimettere in carreggiata il rapporto tra pezzi di Stato che invadevano il campo delle rispettive competenze, e si riconduce il confronto sul governo del territorio negli ambiti previsti dalla Costituzione. Lo stralcio di questi articoli consentirà una maggiore incisività all’obiettivo di ridurre ancora di più i cosiddetti costi della politica. Così come è apprezzabile la parte di anticipazione del federalismo che riguarda la partecipazione delle Regioni e degli Enti Locali alla lotta all’evasione fiscale, che va nella giusta direzione ed accoglie una nostra specifica richiesta. Qui, però, si fermano le buone notizie. Mancano – sottolinea Polverini – risposte per la parte economica su alcuni aspetti fondamentali che riguardano il fondo per le politiche sociali, quello per il trasporto pubblico locale, i Fas, ovvero i fondi per le aree sottosviluppate, il recupero dei trasferimenti tagliati con le precedenti manovre, la possibilità di destinare agli investimenti, fuori dal patto di stabilità, le quote di risparmio corrente eventualmente conseguite. Mancano, insomma, – spiega – quelle misure volte allo sviluppo dell’economia ed alla garanzia della disponibilità per Regioni e Enti Locali delle risorse per i servizi pubblici essenziali che abbiamo chiesto e che non ci possono essere negate o sottratte, soprattutto in un momento come questo. L’attenuazione dei tagli, infine, e’ ancora insufficiente rispetto alle nostre richieste e, oltretutto, c’è il rischio che il governo intenda conseguirla, ma lo sapremo solo leggendo il testo della nuova manovra, cifrando quella Robin Tax già potenzialmente destinata dallo stesso decreto, per 900 milioni, alle Regioni ed agli Enti Locali».
Sanita.ilsole24ore.com – 31 agosto 2011